Senza respiro

Direction

Quanto è  avvincente Tatami! Tralasciando il sottotitolo posticcio delle distribuzione italiana, che cerca di sfruttare l'onda al femminile di C'è ancora domani, Tatami è un film su uno sport, il Judo, poco conosciuto in Italia,  ma che i due registi sanno rendere avvincente. In realtà che la protagonista sia una donna è poco importante: la storia si ispira ad accadimenti che hanno visto protagonisti sia uomini che donne in diverse competizioni sportive. 

Si racconta una giornata intera in cui si svolge il torneo mondiale di Judo, condensata in quasi due ore di film da due registi che non hanno paura di utilizzare tutti i cliché del film sportivo (le difficoltà iniziali di peso, la sconfitta quasi certa prima del passaggio del turno...) per costruire un crescendo di incertezza e tensione. 

L'incertezza cresce con l'inserimento dell'affaire politico. Con sapienza i registi stringono la morsa attorno alla protagonista e il rischio di soffocamento sul Tatami diventa un rischio di mancanza d'aria per la tensione. Per lo spettatore diventa difficile restare fermo sulla poltrona grazie ad una sceneggiatura via via più avvincente. Per questo si può perdonare qualche semplificazione. 

Poco importa il lato politico politico della produzione (direzione a due mani israeliano/iraniana), se non per rendere più credibile una storia che agli occhi di un occidentale ha dell'assurdo, ma che ben dipinge la follia dei governi teocratici, alla faccia di un decuberteniano 'l'importante è  partecipare'. 

Ottima regia, più che buona sceneggiatura, due protagoniste che mettono l'anima (non a caso una delle due è la coregista) e un velo che cade come segno di speranza. Da vedere.