Wes Craven, uno dei padri fondatori dell'horror moderno, creatore della serie Nightmare e di Freddy Krueger prova a lanciare una nuova saga… E ci riesce.

Tenta di creare un genere e un mood nuovo che sbeffeggia gli horror precedenti accusandoli di seguire delle semplici regole prestabilite, ce le svela, e ci gioca per ingannare personaggi e spettatori. Perché Craven è ben consapevole che il pubblico dell'horror è molto attento e preparato e quindi lo prende in giro. I protagonisti del film potrebbero essere proprio quegli spettatori seduti in sala. Stesse conoscenze, stessa fine… O forse no?

Una satira che si sposta poco per volta sul giornalismo d'assalto macchiettistico, un tempo tipico americano e oggi arrivato anche sui nostri schermi, ma scagiona il cinema con una frase iconica: 'i film non fanno nascere nuovi pazzi, li rendono solo più creativi'. L'uomo ormai è ossessionato dalla celebrità da raggiungere ad ogni costo.

Craven conosce bene tutti i meccanismi dello spavento e con una regia dinamica e ritmata ci trascina in questo incubo ad occhi aperti senza risparmiare un colpo di scena finale che zittisce ogni possibilità di mancanza di coerenza narrativa. Non mancano stoccate sulla piccolezza umana tantoché la festa organizzata nella casa, nonostante il coprifuoco imposto dal sindaco, è qualcosa di attuale che si vede anche ai giorni nostri.

A distanza di anni la maschera è diventata un'icona pop, il primo Scream è diventato una serie di 4 film con alti e bassi. Oggi un nuovo rebbot è nelle sale. Craven vinse la sua scommessa senza ombra di dubbio.