Pensare adesso, in periodo di restrizioni, al film che ha insegnato ad una generazione intera che è bello viaggiare, anche soli, liberi per il mondo ha del paradossale. È indubbio che Prima dell'alba ci abbia segnato, ci ha portato a sognare di conoscere persone diverse, confrontarci con loro, scoprire che cosa può piacere ad un'altra cultura, all'altro sesso.Perché il film di Linklater ci ha insegnato a metterci in gioco, a viaggiare fisicamente, ma anche spiritualmente nell'anima degli altri individui, a viaggiare nella curiosità dell'amore e dei rapporti uomo e donna.La sceneggiatura è solida e profonda, attraverso il dialogo dei suoi due protagonisti sviscera temi come la morte, l'amore, i ricordi delle persone care, le paure in modo intelligente, a tratti ironico e simpatico.Sullo sfondo un terzo personaggio: la città di Vienna. Città che pulsa nel tramonto, vive nella notte e si risveglia in un'alba che nessuno vorrebbe vedere, ma che ci mostra la bellezza dei suoi monumenti come non abbiamo mai ammirato prima: nel silenzio.Orso d'argento a Berlino per un'opera che racconta la relazione casuale di due giovani travolti dalla sintonia, forse non destinati ad amarsi, ma sicuramente destinati ad incontrarsi. Linklater e il cast hanno girato due seguiti, ma la magia resta irripetibile e ne sconsiglio la visione