Recensione di   Diego Cineriflessi Diego Cineriflessi

Mysterious Skin

(Film, 2004)


Gregg Araki è un regista indipendente del cinema americano che raramente raggiunge il grande pubblico. Con questo Mysterious skin all'epoca presentato al Festival del cinema di Venezia è uscito dalla nicchia ed è riuscito ad avere anche una distribuzione in sala in Italia.

Un'opera incredibile, capace di creare atmosfera e trascinarci in un racconto che poco per volta svela le sue carte e le sue verità. Parte come un film quasi fantascientifico, si trasforma in un romanzo di formazione per chiudere con una scena drammatica rivelatrice che sembra però lasciare un piccolo spiraglio di speranza.

I due protagonisti che hanno trovato una via diversa per reagire al passato sono completamente diversi, affrontano il disagio con soluzioni opposte che però non portano alla felicità in nessun dei due casi. Solo guardando la verità negli occhi, affrontandola senza filtri, li potrà portare ad una vita adulta. Joseph Gordon-Levitt trova il suo primo ruolo importante da coprotagonista prima di entrare alla corte di Nolan e Zemeckis è regala un'interpretazione toccante e straniante.

Araki si avvale di musiche ipnotiche profondamente diverse dalle classiche colonne sonore, di una fotografia che usa i toni del blu per ingannarci con un'aura fantastica (un film ambientato paradossalmente a Natale) e un montaggio magistrale che permette alla regia di raccontare l'infilmabile. Il tutto si amalgama in modo davvero difficile da ripetere.

Vista la tematica e lo sviluppo non un film per tutti, un pugno nello stomaco tra i colori della fiaba e le oscurità dell'incubo. Trovare una mano così felice è difficile, soprattutto se in fondo si sta raccontando la povertà culturale dei paesini della provincia statunitense dove non sempre la famiglia riesce a proteggere i suoi figli.