Ci sarebbe voluto un maestro

È inutile girarci intorno, il cinema di Bradley Cooper ė un cinema esagitato. Tutti i difetti più  evidenti nel suo esordio registico (A star is born) si ripresentano, per fortuna leggermente meno invadenti in questo Maestro. 

I difetti del Cooper regista sono gli stessi del Cooper attore: sembra non conoscere mai la misura. Un continuo tentativo di strafare  che rasenta, quando non lo raggiunge, il ridicolo. Quello che in parte lo giustifica e lo salva nel caso di Maestro è  il soggetto: Bernstein era comunque un uomo sopra le righe, con una vita decisamente non convenzionale. 

Purtroppo la sua regia che sembra inseguire il personaggio più  che trovare un equilibrio narrativo annichilisce anche una sceneggiatura più convenzionale e diretta che avrebbe potuto reggere uno sviluppo più classico. 

Perla del film è l'incredibilmente misurata, questa si, interpretazione di Carey Mulligan che riesce a tratteggiare con ferma delicatezza la moglie del protagonista. Non sembra recitare vicino a Cooper. 

Passato in concorso a Venezia e futura comparsa alla notte degli Oscar Maestro è un biopic dimenticabile, che esiste solamente per omaggiare un grande musicista che ha fatto la Storia, ma che non ha grande valore cinematografico. Bernstein avrebbe meritato di meglio.