È bello quando un film riesce ad essere universale e parlare a tutti. Succede raramente e nelle produzioni italiane praticamente mai. La stranezza riesce in questo piccolo miracolo: coniuga intrattenimento popolare, grazie a Ficarra e Picone cantori di un teatro popolare e niaf, al teatro alto e cerebrale del maestro Pirandello interpretato da Servillo.

La dicotomia è chiara sin dal cast con comici popolari di derivazione televisiva, ma ad onor del vero capaci di buone prove cinematografiche associato a uno degli attori simbolo del cinema d'autore italiano.

Il risultato finale è un film piacevole, stratificato, che sa far ridere in modo intelligente e riesce a conservare intatta l'alta statura letteraria di Pirandello. La rappresentazione finale de I sei personaggi in cerca d'autore incuriosisce e potrebbe portare qualche spettatore ad approfondire e questo non può che essere positivo.

Da un punto di vista più strettamente cinematografico La stranezza funziona nell'ambientazione, nella messa in scena e Andò ha un'ottima padronanza della camera. Il suo occhio entra nella società siciliana degli anni Trenta in modo benevolo, ma realista. Con la camera accompagna i suoi protagonisti verso l'incontro.

La stranezza è un film da vedere, che sa far riflettere e presenta una delle pagine più importanti della letteratura italiana. Lo fa senza esagerazioni o celebrazioni, ma con la risata. Non un capolavoro, ma un'opera solida che fa bene a tutto il cinema italiano e se qualcuno sarà spiazzato dalla parte finale sarà solo un bene... Per tutti.