Recensione di   Diego Cineriflessi Diego Cineriflessi

GREEN BORDER

(Film, 2023)

Un incubo inevitabile

DirectionScreenplay

Diciamolo subito, Green border è  una vera pugnalata nel fianco. Uno di quei film che ti fa soffrire mentre lo guardi ed uscendo falla sala ti chiedi se avresti il coraggio di affrontarne un'altra visione. 

Certamente ha molti difetti: è un film a tesi, è un'opera di fiction che rischia di confondersi col documentario, ma tutto questo passa in secondo piano di fronte alla potenza narrativa del film che non spreca un minuto dei suoi 140 per tirarci dentro uno dei più grandi disastri della nostra epoca. 

Con un bianco e nero che nulla concede allo spettacolo e allo spettatore, ma forse psicologicante ci permette di sopportare le atrocità a cui stiamo assistendo, la regista polacca ci racconta tutte le facce dell'immigrazione. Ci sono i migranti, le guardie, gli attivisti e sono tutti chiusi in una gabbia di sofferenza a cui non solo è impossibile dare una soluzione, ma anche solo una spiegazione. Una bianco e nero quasi catramoso che ci tira dentro come fanno le sabbie mobili. 

La sceneggiatura è articolata e precisa nelle ricostruzioni, ma allo stesso tempo riesce a parlare dei sentimenti e delle emozioni dei personaggi. Personaggi cje sono messi in scena in modo perfetto dal cast che nonnsi risparmia scena dopo scena. 

Passato in concorso all'ultima Mostra del Cinema di Venezia dove ha vinto il Premio della Giuria scontrandosi direttamente col nostro Io, Capitano con cui è  difficile non fare un raffronto. Purtroppo, ad essere onesti intellettualmente, vince questo canto corale di dolore e impotenza dove niente sembra essere inutile. Da vedere, probabilmente una volta nella vita, ma da vedere.