Recensione di   Diego Cineriflessi Diego Cineriflessi

Gloria!

(Film, 2024)

Un suono che fa ben sperare

Non poteva che essere il film di una cantautrice questo Gloria! esordio cinematografico di Margherita Vicario, figlia d'arte e affermata cantautrice italiana classe 1988. 

La neoregista costruisce Gloria! sui suoni. Ogni gesto produce un rumore che con la dovuta ritmica diventa musica (in alcuni passaggi questa tecnica ricorda quella di Lars Von Trier in Dancer in the dark) fino all'inserire in modo più sfacciato e diretto delle canzoni vere e proprie. Poco a poco l'opera si trasforma da film in costume a musical. 

Questo stile conferisce a Gloria! vitalità  e ritmo, caratteristiche effettivamente spesso troppo lontane dal cinema nostrano. La regia della Vicario non rinuncia ad accompagnarci nei meandri di una cantina dove solo la musica di un pianoforte ritrovato dona speranze alle orfane protagoniste. Storicamente non ineccepibile e trama che assomiglia più ad una fiaba piuttosto che a un documentario, Gloria! paga un revisionismo femminista oggi troppo modaiolo. Sembra che dopo C'è ancora domani della Cortellesi, la carta per avvicinare il pubblico al grande schermo sia quella del femminismo, purtroppo, semplicistico. E dire che la sceneggiatura sembra ispirarsi ad un romanzo rigoroso come Stabat Mater di Tiziano Scarpa. 

Interessante il cast corale femminile che non si risparmia e ha la facce giuste che risultano credibili. Coraggio nei ruoli maschili con Paolo Rossi e Elio che disegnano personaggi seri. 

Passato in concorso all'ultimo Festival di Berlino Gloria! è un esordio che sebbene non convinca, sopratutto a causa della sceneggiatura e di un finale davvero posticcio, lascia ben sperare perché la Vicario sembra avere comunque una visione di cinema più moderna e viva della media. Vedremo.