Come la robba per Verga in Alcarrras è la terra la fonte di mantenimento di un intero gruppo familiare. Terra a rischio in quanto il nonno fece un contratto con una stretta di mano e non si fece rilasciare nessun contratto scritto. Così il lavoro di più vite sta per volgere alla fine.

La regista cerca di lavorare di fino seguendo le storie dei vari componenti della famiglia, i loro dubbi e i loro bivi esistenziali. Tutto in salsa bucolica e alla riscoperta. Di quei valori contadini che sono di moda begli ultimi anni.

Il dilemma epico però arriva proprio del neoecologismo perché chi perde la terra, la perde proprio a discapito di chi vuole creare una zona di impianti fotovoltaici, ecocompatibili ed estremamente moderni. Ecco lo scacco etico e morale della pellicola che la inalza dal semplice racconto al racconto morale. La dignità della vita di campagna o l'energia pulita per il bene del mondo?

Il cast omogeneo e realistico ben incarna la comunità coesa delle zone rurali. La regia però risulta abbastanza anonima e lo sviluppo narrativo a volte procede a fatica rendendo il film un pò troppo lungo.

Orso d'oro all'ultimo Festival di Berlino arriva in sala un'opera dai temi non comuni, ma che fatica a catturare lo spettatore. Peccato perché l'idea di base era buona, ma manca qualcosa. Peccato.