Acting

Il mio voto in realtà va alla performance di Chris Pine, che riesce sempre a portare a termine il suo lavoro in modo egregio.

Purtroppo però, Chris non basta per non notare l'incredibile banalità e scontatezza della trama. Capire subito cosa succederà non è sinonimo di riuscita in nessun settore, men che meno nel cinema! Non riesce proprio a riprendersi questo film, pur trattando un argomento già esplorato. Quando l'argomento è serio e reale,  puntare i riflettori su una realtà che viene vissuta da tanti uomini ogni giorno non è mai una perdita di tempo. I problemi economici che i reduci dalle molte guerre americane devono affrontare una volta tornati a casa, il reinserimento nella società, la mancanza di lavoro e di quello che si arriva a fare per poter provvedere a se stessi e la propria famiglia. L'esercito abbandona i suoi uomini che finiscono inevitabilmente nel settore privato, diventando i così chiamati  “contractor” che, secondo la legge, possono essere impiegati per missioni segrete dallo Stato.

Chris Pine si cala perfettamente nei panni del soldato fedele e fiero  che viene congedato con disonore solo perchè, per scopi terapeutici, quelli che la precedente amministrazione considerava dei farmaci a norma che il soldato assumeva regolarmente, si trasformano in droghe vietate dal nuovo regime. Sommerso da debiti, si rassegna a fare ciò che non voleva, accettare lavori nel settore privato della difesa. Una decisione che lo spettatore sa già che sarà fonte di guai, non ci raccontano nulla di imprevedibile, insomma. 

Peccato, il cast merita, il tema anche, un'occasione sprecata per poter fare ancora più luce su un tema attuale come questo.