“L'antenna” gioca con lo sdoppiamento della dimensione del muto, quella del mezzo (il film muto) e quella del racconto (anche il mondo della finzione è muto). Ma la distopia del controllo sulle voci non è ben impostata sul piano della sceneggiatura e anche i risvolti socio-politici perdono di efficacia. Se ci si abbandona alla parte suggestiva e si vive il film come un sogno probabilmente lo si apprezza maggiormente.