Prequel del film del 1971 piuttosto che a quello di Burton, un giovane Wonka dal nulla dovrà affermarsi e creare la sua fabbrica.
Il film a tratti riesce a compiere una critica dell'american dream, di fatto Wonka, molto speranzoso nella grande città ma questa non lo accoglie come vorrebbe, tra oligopoli e approfittatori il sogno di Wonka non sarà facile da realizzare.
Sotto un'aspetto socio-politico è interessante vedere come nel film le grandi aziende del cioccolato fanno “cartello” dunque fanno accordi e come la polizia sia dalla loro parte.

Dunque potenzialmente si è di fronte ad un mono/oligo-polio sostenuto dall'ente pubblico, polizia, quindi un sistema per nulla liberale.
I tre boss delle aziende sono vestiti rigorosamente in abito e all'inizio scherniscono, seppur apprezzando molto senza farlo trapelare, il cioccolato di Wonka perchè troppo “ricco” di altri sapori e non puro ciò rappresenterebbe un certo tipo di impresa, imprenditore ancorato al “vecchio” e non avvezzo alle novità dunque che fa di tutto per proteggersi dalla concorrenza. Le impese esistente che controllano di fatto il mercato che ostacolano il nuovo che vorrebbe avanzare.

La regia di Paul King però non riesce a regalare follia, la messa in scena, la tecnica si non sono fatte male ma non risultano neanche così diverse da molti film Disney.
Se paragonato al fillm di Burton, King non ha per nulla la stessa inventiva e creatività.
Ma anche senza scomodare il film del 2005, Wonka(il film) non presenza momenti memorabili ne sa creare scenari fantastici o un sense of wonder.
Indubbiamente qualche momento più d'effetto c'è anche ad esempio Wonka nell'oscurità dopo il fallimento o l'albero all'inaugurazione della fabbrica qui si notano delle inquadrature più ricercate ma nel film queste sono molto episodiche.

La regia muove la macchina da presa per dare ritmo e dinamicità e si affida molte volte ai momenti da musical. Questo momenti risultano un po' troppo blandi e come scritto senza troppa inventiva, quello che funziona meglio e che risulta anche carino è il “lava, lava".

Il film invece che approfondire o cercare la follia di Wonka punta sulle sue emozioni, il ricordo della madre, il suo sogno. Wonka è un abile inventore ma ingenuo perchè si fida sempre degli altri, anche qui ci può leggere sempre una critica al sogno americano tradito, l'immigrato che arriva da fuori sperano di trovare fortuna che crede nel racconto della “land of opportunity” ma che invece si scontrerà con la realtà.
Essendo però il film anche e soprattutto fatto per un target di bambini Wonka risulta troppo “buono” per come è scritto senza approfondire mai altri aspetti del personaggio, delle sue invenzioni, di come fa le sue cioccolate bizzarre insomma manca di follia e immaginazione, un difetto non indifferente per un film del genere.
Anche i personaggi di contorno sono pochi esplorati, si ci sono alcuni siparietti divertenti e il film da loro degli archetipi che però non vengono approfonditi troppo. Anche lo stesso team di Wonka è poco approfondito.
Mentre invece è Apprezzabile la dinamica da heist movie nel terzo atto tra tutto il team, quindi l'organizzazione e la messa in atto del colpo quasi a ricordare i noir di Hudson.

Anche l'idea della chiesa, altro organo di potere, che è in combutta con il cartello dei dolci e la polizia è carina come idea ma qui la messa in scena, la regia non ha la forza di costruire momenti o scenari di alto impatto ed è un peccato perchè il contesto ne da l'opportunità, qualche momento dark o anche solo pop, stravagante in chiesa sarebbe potuto essere un buon colpo d''occhio.

 

Non si è di fronte ad un film pessimo, come scritto ci sono degli spunti anche socio-politici però la regia manca di ispirazione, gli stessi momenti da musical oltre ad essere invadenti non sono così ben gestiti e non donano ritmo, anzi.
Anche i personaggi non sono per nulla memorabili, si i villain sono carini all'inizio nella loro presentazione ma finiscono li, insomma sì è un film anche “curato” sulla confezione e come idee di principio, la critica ai monopoli, organi di potere,  ma che non presenta poi grossi momenti da ricordare.