Neo-noir dove il corpo femminile è elemento cardine, il protagonista Jack ha voglie sessuali implacabili e queste saranno anche causa della sua distruzione.
La regia di Medak prende alcuni topos del genere ma li inserisce in una prospettiva non “classica”, ad esempio il voice-over mostra l'incasinamento mentale di Jack e la micidiale femme fatale Mona Demarkov mostra il suo corpo, strega di fatto Jack il tutto però con derive quasi "cronenbergheriane" quindi anche malsane.
Le molte inquadrature dall'alto sembrano voler raccontare l'inesorabilità del destino di Jack, i flashforward hanno la duplice funzionalità sia destabilizzare il racconto in rapporto alla mente di Jack, sia a dare suspance dato che lo spettatore vede frammenti di futuro, un futuro violento, sanguinoso e alquanto tragico per Jack, dunque nella narrazione lo spettatore sa già a cosa Jack andrà incontro, per come sono utilizzati i flashforward hanno l'utilizzo e lo scopo della suspance hitchcockiana.

Già ad inizio film viene mostrata la solitudine di Jack anche tramite il deserto dell'Arizona, i fantasmi attanagliano la sua mente, il rallenti della campana mentre la porta si apre già prefissa il distorcere della narrazione  e da qui parte il racconto di come il protagonista, poliziotto, si ritroverà nella solitudine alle prese con i fantasmi.
Medak costruisce quadri bellissimi e dalla forte carica visiva, espressiva, toni copi e oscuri, fotografia e messa in scena di altissimo livello che danno forza alla narrazione che procede proprio tramite le immagini.
Non ci sono i perchè delle scelte di Jack ma è proprio tramite la forza visivi che i singoli momenti, eventi riescono ad avere la loro carica.
La sequenza in auto tra Jack e Monta è fantastica, l'inquadratura dal basso con le gambe di Mona che si avvinghiano su Jack, la fuga dall'auto così come è memorabile la sequenza in notturna dove Jack vede Mona ed il suo ulteriore doppio gioco, il seguente incendio, di momenti dal forte impatto visivo ce ne sono molti.
La distanza nel come Medak inquadra Jack con la moglie Natalie fa comprendere come il matrimonio non sia idilliaco, questo perchè Jack ha appetiti insaziabili e non resiste nell'avventurarsi in rapporti carnali con altre donne.
Il racconto per certi aspetti sembra procedere quasi come un fumetto, con i suoi momenti-vignette espressive senza dare molte spiegazioni del perchè Jack agisce in quel modo, ciò rende enfatizza ulteriormente la frammentazione mentale come è ribadita nella scena dove la sua immagine, insieme a quella di Mona, è riflessa dallo specchio.

A livello narrativo forse a qualche spettatore potrebbe piacere poco la mancanza di alcuni ragionamenti come ad esempio il perchè Jack non uccide da subito Mona, o delle scelte i risvolti con le altre figure femminili cardine ciò la moglie Natalie e Sheri, ma comunque anche tramite il racconto e ciò che avviene alcune scelte trovano la loro spiegazione; quando uno perde tutto rivuole certezze ed ecco perchè si vuole riaffidare totalmente a Natalie.
Il climax del film è in crescendo, il rallenti nel momento clou tra Jack e Mona da l'enfasi del momento che insieme alle altre scelte registiche, il voice over destabilizza il racconto.
La distruzione di un uomo che termina in una perenne attesa, a sognare e rivedere i fantasmi.