Recensione del film per intero(sia la prima parte, D'Artagnan, che la seconda, Milady).

 

I Tre Moschettieri di Bourboulon ha buone scene d'azione in piano sequenza ben dirette, la macchina da presa si muove, segue gli scambi di spada tra i personaggi e tramite anche la macchina a mano sa "sporcare" la resa dando proprio la sensazione di duelli serrati, che affannano i personaggi.
A livello estetico di sono delle buone inquadrature e una comunque non male messa in scena di base, sono particolarmente belle le scene che tramite una buona fotografia sfruttano i tagli, i fasci di luce che entrano negli interni creando momenti dal bell'impatto visivo.
Essendo il film la riproposizione del romanzo di Dumas, ha il fardello di voler ripercorrere il tutto, dunque si ha un po' la costante sensazione di correre un po' troppo, gli avvenimenti sono veloci, c'è poco respiro e seppur c'è voglia e intento di stare dietro ad un po' tutti i personaggi,  questi non hanno tutti lo stesso spessore e utilizzo.
Di partenza, manca una costruzione dell'amicizia dei tre moschettieri, il film inizia con l'arrivo di D'Artagnan a Parigi dunque i tre, Athos, Aramis e Porthos già si conoscono e sono affiatati tra loro, però questa fedeltà tra di loro non è "sentita" è di fatto presentata ma mancano delle scene che mostrino il loro legame, perciò anche la buona sequenza per resa visiva del carcere di Athos, il suo testamento che parla dei legami, dei suoi lasciti ha poco impatto a livello emotivo, senza contare i tre moschettieri più D'Artagnan sono stati insieme, a livello di film, per una pochissimo, dunque si nota un certo andare di corsa.
Si riesce comunque a costruire il background di Athos, il suo tormento ed il film funziona nel suo complesso nel costruire personaggi grigi, anche gli stessi moschettieri, D'Artganan incluso non sono totalmente buoni così come tutti gli altri personaggi coinvolti nella storia.
Intrighi di potere, spionaggi, tradimenti, complotti, il film è corposo di questi eventi sullo sfondo di una Francia a rischio guerra civile per gli attriti tra cattolici e protestanti.
Eva Green, interpreta Milady, buca lo schermo, la sua presenza scenica, non la si scopre mica oggi, è ottima, il personaggio funziona nello stregare i personaggi maschili, la sua anima oscura per via di ciò che di terribile le è successo.
Aramis e Porthos, seppur hanno le loro azioni, rimangono un po' troppo secondari.
La regia di Bourboulon oltre alle buone sequenze d'azione, anche lo scontro tra D'Artagnan e Milady tutto in piano-sequenza è valido, sa creare atmosfere quasi da western, specialmente all'inizio, l'arrivo di D'Artagnan a Parigi ha la sua atmosfera, così come la prima battaglia, ma anche il come si inquadra Athos in attesa del duello ricorda proprio i film western.
Buoni i dettagli ricorrenti della dita che si agitano del re Luigi a mostrare le difficoltà delle decisioni e come già scritto un certo uso della fotografia tramite fasci di luce a contrastare la cupezza di fondo e creare buoni quadri.
Non mancano però dei passaggi un po' troppo televisivi, come ad esempio il finale della prima parte, o alcuni momenti che vengono scanditi in modi non troppo cinematografici, una sequenza dove D'Artagnan è un preghiera e pensa alla sua ragazza Kostancja con le immagini di quest'ultima sfocia un po' troppo nel sentimentalismo facile.
Comunque l'estetica non è male, come scritto a livello visivo ha anche i suoi spunti, la regia sa anche giocare con gli elemti religiosi tramite raccordi di montaggio e scelte di cosa inquadrare. Gli accenni al diavolo ripetuti da Milady, il duello finale si svolge tra le fiamme a richiamare l'inferno, così come quando si inquadrano crocifissi o altri simboli religiosi ci sono sempre dei rimandi a chi magari sta cospirando dietro tutto oppure volti proprio a depistare sia lo spettatore che D'Artagnan che nel film ha un ruolo quasi da detective di un noir. 

Il problema che si riscontra è l'eccessiva velocità degli eventi che spesso non riesce anche a dare il giusto spessore ai personaggi.
Dove il film si incentra maggiormente è il dualismo tra D'Artagnan e Milady e dove gioco-forza la vicenda di Athos risulta cruciale e di fatto sono i personaggi più riusciti del film.
Altri personaggi secondari funzionano abbastanza, altri invece avrebbero meritato più minutaggio in scena.
In conclusione il film racconta la storia del romanzo di Dumas, operazione per nulla facile, dove la regia convincente nelle scene d'azione, la storia di base chiaramente è valida vista la sua provenienza, ma gli eventi sono molto veloci nel loro susseguirsi.