Film cecoslovacco che si rifà moltissimo ai tonti e alle tinte del giallo-horror italiano, ci si può ritrovare Argento, Bava.
Quello che colpisce subito è l'enorme potenza visiva del film, Svoboda, regista, crea una messa in scena grandiosa, ogni inquadratura ha una carica visiva ed espressiva molto forte.
La fotografia spazia dal giallo al verde, dal rosso al blu e ciò rende il film altamente iconografico e atmosferico.
Il film ha toni gotici, dinamiche da thriller e da melodramma, il tutto giostrato bene dalla regia che sa sia affascinare che disorientare lo spettatore.
Peter, protagonista, va a vivere nella tenuta dove abita Sonia, la sua futura sposa, insieme alla famiglia e qui Svoboda metterà in scena la distruzione del nucleo familiare.
L'inizio volendo è già emblematico, Peter di fronte alla casa viene deriso da una voce fuori campo tramite movimento di macchina e da qui parte il suo, di Peter, racconto.
La voce si capirà essere quella dello zio Cyril, figura misteriosa e a suo modo inquietante del film.
Cyril, zio di Sonia, ha disturbi mentali ed è ossessionato da sua nipote tanto da spiarla e voglioso di rapporti carnali con lei.
Svoboda qui tramite soggettive, movimenti di macchina e proprio il come piazza la macchina da presa creando punti di osservazioni fa un lavoro egregio sulle meccaniche di genere riuscendo a creare atmosfera sempre ben aiutato dall'enorme fotografia.
Peter avrà perciò discussioni con la famiglia che nel film è rappresentata da Valerie, nonna di Sonia, che è di fatto la capofamiglia.
Numerosi sono i simboli religiosi nel film e la regia li inquadra molto di frequente questo sta a simboleggiare la tradizione della famiglia borghese, la gestione conservatrice e dunque la tematica dell'incesto che sconvolge la famiglia, la repressione sessuale e la lotta di classe.
Sonia sconvolta dalle azioni dello zio ha terrore nel denudarsi e inizierà a impazzire provocando anche il malcontento di Peter e il suo cercare di allontanare lo zio dalla casa.
Il disfacimento della famiglia borghese va di pari passo con la lotta di classe, visto anche il periodo in cui è uscito il film e la situazione politica della Cecoslovacchia, di fatto Peter nasce povero ma riesce a costruirsi entrando nella famiglia di Sonia, per far ciò dovrà essere calcolatore e compiere anche azioni molto discutibili, per usare un eufemismo, e immorali.
La presenza dello zio Cyril aleggerà sempre si di lui, lo deriderà, dubiterà che il figlio sia davvero suo; allo stesso tempo anche Anna, la domestica, cercherà di approfittare della situazione, del crollo della famiglia borghese per avere un'ottima "fetta" del patrimonio.
Citare scene o sequenze non si finirebbe più perchè ce ne sono tantissime ottimamente dirette e dall'impatto visivo, è meravigliosa la camminata di Sonia tra i corridoi immersa in quella fotografia verde, i movimenti di macchina spettrali che fungono proprio da film di fantasmi gotico, la scena della "possessione" di Sonia.
Tornando ai simboli religiosi, oltre agli oggetti è meraviglioso l'albero con il suo fascio di luce.
Il terzo atto, le vicende di Sonia, i colori bianchi che prendono piede e la memorabile scena di lei che si arrampica sulle grate sbarrate della finestra è memorabile.
Se ne potrebbero citare molte altre ma non si finirebbe più, la regia come scritto oltre ad affascinare, a creare atmosfera sa anche disorientare tramite molti punti macchina dal basso verso alto, primi piani che uniti al 4:3 danno l'effetto voluto dal regista.
Un film che dunque sa unire sia una certa "quadratura", una verve est-europea che i toni e lo stile del giallo-horror all'italiana.
Film bellissimo.