Thanksgiving di Eli Roth è uno slasher pieno di mattanze, splatter che sa divertire, intrattenere ponendo una critica, sempre con toni grotteschi, sul consumismo.

Il film inizia giocando con le dinamiche dello lo slasher, la prima scena sembra Halloween ma la soggettiva non porta alle uccisione come nel film di Carpenter ma ad una gag  con la battuta sul tacchino; sotto quest'aspetto può ricordare The Funhouse di Hooper dove l'inizio era subito una parodia delle meccaniche slasher.

I toni grotteschi si avvertono nella sequenza sempre nel primo atto del grande negozio preso d'assalto, qui impossibile non pensare a Romero, tutte queste persone che come zombie devono entrare per accaparrarsi i prodotti. Qui Roth mostra arti spezzati, sangue i personaggi anche solo sbattendo tra le pareti si frantumano.

In generale gli omicidi sono piuttosto creativi, nessuno assomiglia al precedente e per questo catturano interesse, alcuni sono abbastanza diretti mentre altri, i migliori, più costruiti dove oltre alla carneficina c'è anche gestione della tensione.
Tutta la sequenza della parata ad esempio è memorabile, l'omicidio che culmina nel forno, ci sono teste mozzate, corpi maciullati, Roth insomma non si risparmia e il fatto che sia tutto effettuato tramite effetti artigianali, dunque senza cgi, è ulteriore motivo di apprezzamento.

Dove il film poteva essere meglio è invece sui personaggi, alcuni piuttosto piatti e per nulla esplorati, siamo lontani dai ragazzi di Scream.
Anche Thanksgiving è un horror con il team di ragazzi che si ritrovano a seguire e allo stesso tempo scappare dal villain ma la caratterizzazione non è altrettanto forte.
Sì, Jessica, la protagonista, ha un suo background, c'è Evan che è il classico ragazzo che ci tiene ad apparire, a tratti fare il bulletto il resto dei ragazzi però non sono troppo caratterizzati.

Riprendendo anche alcuni concetti degli slasher anni '90, non solo Scream ma anche I know what do you last summer/So cosa hai fatto, il film ha anche una parte di “giallo” nello scoprire chi sia il villain; qui il film nel finale poteva puntare maggiormente sul dubbio insistendo sul dualismo tra Bobby e Ryan, entrambi vorrebbero essere il ragazzo di Jessica.

Gli amanti dello slasher potranno divertirsi anche a trovare i riferimenti ai classici del genere, la tavola con le vittime oltre che a Taxas chainsaw massacre/ Non aprite quella porta è un chiaro omaggio a Happy Birthday to Me/Compleanno di sangue; scena ben diretta e che ha il suo bell'effetto.
In conclusione Thanksgiving è un buon slasher che se non ha sicuramente la sua forza nei personaggi, anche se comunque non è da disdegnare l'arco narrativo del padre di Jessica che se non troppo mostrato riesce a mostrare comunque sentimenti e umanità, ha la sua forza nelle dinamiche di genere, con omicidi creativi, cruenti e un tono di fondo grottesco che sa con prendersi sul serio riuscendo a divertire e intrattenere.