Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Sweet Home

(Film, 1989)

Horror con fantasmi, come da tradizione J-horror, diretto da un giovane Kurosawa.
Nel film si ritrovano tematiche tipiche del J-horror e alcuni aspetti che Kurosawa esplorerà e approfondirà meglio in seguito.
La villa, ormai abbandonata, dei Mamiya, luogo dove si svolgerà la storia, è tra erbacce, rami, alberi dunque in un luogo dove la natura sta prendendo la sua rivincita sull'urbanizzazione, dualità spesso presente in questa tipologia di film.
L'inizio mostra le ombre di lady Mamiya(villain del film) e figlio giocare e di fatto nel film le ombre nella villa saranno vive.
Il cinema J-horror è pregno di rimorsi e sentimenti, lady Mamiya, come altri molti fantasmi di questa tipologia di film, proietta al massimo all'estremo il suo sentimento e essendo responsabile per la morte del figlio porta i bambini sulla fornace per far giocare suo figlio, per non farlo stare da solo quindi nella sua, di lady Mamiya, lei sta facendo il suo dovere di madre.
I fantasmi visti come traumi del passato che riflettono poi i protagonisti sono tipici di questi film, qui è interessante notare come l'ombra del fantasma contrasta l'elettricità, anche quando Emi azionerà il proiettore questo si brucerà.
L'elettricità dunque in un certo senso la tecnologia, la società moderna in contrasto con il passato.
Kurosawa è un regista che inserirà critico socio-politica nei suoi film, in Sweet Home, anche se non ai livelli dei suoi capolavori, viene mostrata una fetta di società avida, in quando l'autorizzazione per procedere alla produzione, riprese, all'interno della villa viene data solo per meri scopi affaristici senza menzionare della maledizione ma anzi giocandoci su.
I sentimenti e le emozioni dei personaggi, specialmente del gruppo più centrale del film cioè Kazuo, Emi(figlia di Kazuo) e Akiko saranno collegati per le azioni del fantasmi.
Emi preme per far fidanzare il padre con Akiko perchè le manca la madre e questo la pone come soggetto "facile" per le mire del fantasma di lady Mamiya. Qui sono bellissime le sequenze dove Emi segue l'ombra dei capelli sul soffitto e la meravigliosa scena su sfondo rosso quando ormai lei è "presa" dal fantasma.
Kazuo è mostrato come buono, corretto ma è timido, non riesce ad esternare i sentimenti ed ecco perchè è Akiko a percepire prima la minaccia, nonostante non sia una madre sembra avere più empatia verso lady Mamiya e non a caso sarà protagonista nel confronto finale.
Messa in scena e regia mostrano l'ottimo gusto di Kurosawa, se è vero che si può notare un po' di acerbità e più rimandi verso un cinema anni '80 piuttosto che allo stile che il regista maturerà in seguito, non mancano scene d'impatto ben eseguite e sequenze riuscite.
Fascinoso ad esempio quando Emi cammina per la villa con la fotografia sui verdi ed il fascio di luce rossa che crea atmosfera.
La prima apparizione del fantasma tramite la possessione preceduta dal lenzuolo bianco.
La sequenza dell'ombra a forma di mano che insegue la donna della troupe è bellissima ed ovviamente impossibile non citare la sequenza in rosso dove Kazuo vede i cadaveri delle vittime, messa in scena e fotografia qui sono a livelli grandiosi.
Come scritto è un film che anche se girato a fine anni '80, si porta dietro molte influenze di quel cinema, quindi c'è sangue, a differenza ad esempio di ciò che sarà il j-horror anni 2000, ci sono effetti artigianali ben fatti e che fanno sempre piacere vedere.
Il design di lady Mamiya, quando si paleserà nel finale, è convincente e ben fatto così come tutti i molti effetti artigianali.
Significativa è la scena dentro la fornace, il luogo macabro fulcro del film, dove le mani di Akiko e Emi tendono per toccarsi a ricordare le ombre cinesi iniziali tra lady Mamiya e suo figlio.
E' dunque un film altamente atmosferico dove anche se non ci sono ancora i long take raggelanti che saranno marchio di fabbrica del regista, dove la sensazione di solitudine e crisi del mondo non è ancora forte, tant'è che il finale va di happy ending, e dove la regia è volendo più "derivativa" di un cinema anni' 80, comunque ben fatta, Kurosawa mostra talento, mostra di saper creare atmosfera e di saper dare intensità, tempi quando il film lo richiede e molte idee.