Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Suddenly in the Dark

(Film, 1981)

Horror che si rifà al cinema di Argento, Mario Bava ed in generale ai giallo-horror italiani anni ‘70 risultando dunque accattivante sotto l’aspetto visivo.
La regia di Go Yeong-nam è ottima nel mostrare la protagonista Seon-hee perennemente a disagio in casa propria in quanto la giovane domestica  Mi-ok instaura dei dubbi sulla fedeltà del marito, Kang Yu-jin.
Il film gioca sulla dinamica reale, non reale se Seon-hee sta immaginando tutto, se i suoi dubbi siano fondati, perciò ci sono anche atmosfere di mistero.

Gli scenari sono notevoli, Seon-hee è dominata dall'ambiente, ci sono molte inquadrature dall'alto come se una forza sovrannaturale la osservi, questa presunta entità che sembra voler condurre la protagonista alla pazzia.
Le scene degli incubi è sono bellissime e suggestive, inquadrature multi-specchiate come fossero soggettive delle farfalle, Kang Yu-jin è ricercatore, collezionista di tali lepidotteri, la fotografia che utilizza i verdi, blu e rossi anche insieme tra loro crea momenti suggestivi e d'atmosfera che come scritto si rifanno molto al cinema di Argento e Bava.
Anche gli interni della casa ricordano il cinema giallo-horror italiani anni '70, il colore rosso è sempre molto presente, le ambientazioni, gli senari hanno carica espressiva ed è proprio con la forza della messa in scena, incubi, soggettive, allusioni che Go Yeong-nam riesce a creare tensione e atmosfera.
Ci sono anche molti movimenti di macchina ad entrare dentro i personaggi, molti zoom, forse un po' abusati, che destabilizzano ancora di più la vicenda e la mente della protagonista.
Un film dunque dove il sentirsi in soggezione, nonostante si sia in casa propria è centrale e la regia tramite scelte ben precise di punto macchina ricrea sempre tale sensazione.
La giovane Mi-ok porta sempre con se una misteriosa bambola sciamanica, fantasmi, poteri divini, Seon-hee inizierà a credere a ciò ma vorrà resistere e combattere.
Il terzo atto è totalmente horror e pienamente da ghost-movie con dinamiche che ricordano anche Shining, la forza visiva è sempre di qualità, molti blu che si mescolano ai rossi, c'è atmosfera, e c'è fascino visivo.

Se è vero che mancano un po' delle interazioni tra i personaggi, la figlia di Seon-hee e Kang Yu-jin ha poco peso nella vicenda e nel finale di fatto è la sola protagonista a dover fronteggiare i momenti horror durante una tempesta che enfatizza ancora di più il tutto e che simboleggia anche il fermento dentro la mente della protagonista.

Il film funziona nelle dinamiche di genere, nel creare atmosfera, nella forza visiva, nell'uso accurato della fotografia con i colori che sanno sia inquietare ma anche creare passione anche se malsana dal punto di vista di Seon-hee.
Tutto ciò che si vede è lo sguardo di quest'ultima, ciò che lei vede o immagina tra reale e surreale con anche momenti di violenza cinica.
L'ultima scena con il rientro in casa di Kang Yu-jin e ancora la presenza della bambola è ben messa in scena e fa il suo effetto.
Sono interessanti anche gli oggetti presenti nella casa, la collezione di farfalle, gli animali imbalsamati, il gufo è molto presente e l'oggetto che raffigura due serpenti formare un cuore che, traslando, simboleggia anche la tentazione.
Gli oggetti presenti in mesca, oltre ad abbellire questa, servono anche per mettere sempre e costantemente in soggezione la protagonista.
Film da non perdere per gli amanti del cinema horror, giallo, thriller italiano anni ‘70, ma in generale per i fan del genere a tutto tondo perchè è un film espressivo che sa creare ottimi momenti conditi da buone atmosfere e che mostra anche le paure per lo scorrere del tempo, per l’invecchiamento i timori della protagonista che vede nella più giovane domestica un nemico che mina la stabilità familiare.