Film senza troppe pretese, Road House punta sulla presenza scenica di Jake Gyllenhaal e nelle molte scene d'azione, però, Doug Liman non è un gran regista ed in certi frangenti infatti la resa visiva anche durante le scene d'azione è bassa.
Ci sono momenti in cui le mosse eseguite sono leggibili, però spesso l'azione è accompagnata da effetti in cgi molto brutti e inutili, la macchina da presa si muove di continuo per dare dinamicità ma questo a tratti rende l'azione un po' troppo artificiosa.

Purtroppo anche i personaggi di contorno non brillano, Frankie, la ragazza che assume Dalton( Gyllenhaal) nel Road House per difendere posto, è pochissimo utilizzata, non è degnamente caratterizzata.

Potenzialmente il film dava spiragli per inserire del dramma, dei risvolti psicologici magari tramite le interazioni e il rapporto che si instaura tra Dalton ed Ellie ma la narrazione non ci punta proprio.
E' evidente il tentativo di creare un film scanzonato ed ok ci può stare come scelta, è un film molto leggero che non si prende sul serio però per quel che è ha una durata eccessiva e perde di ritmo.
Se non si approfondiscono i personaggi, non si creano forti alchimie, non si inserisce dramma molti momenti diventano marginali.
I momenti d'azione con la presenza di McGregor oscillano, ogni tanto di cade nel tamarro mal posto.

Probabilmente l'aspetto migliore del film sono le interazioni tra Dalton e la ragazzina che gestisce la libreria insieme al padre, dove si fanno parallelismi con il western ed in generale si instaura un rapporto anche carino tra i due.
Però come scritto le altre interazioni, gli altri personaggi sono meno che abbozzati, anche l'azione che dovrebbe essere il punto di forza del film ha al suo interno momenti di cgi pessimi.
Non ci siamo.