Le atrocità vissute durante l'infanzia in un'America rurale degli anni '50, in un immediato post guerra.

Il piccolo Seth si ritrova nel vivere ed assistere a fatti inquietanti e terribili, non ha la maturità per comprenderli in pieno perciò imputa questi fatti terribili alla presenza di vampiri, nei bambini morti vuole vederci degli angeli dunque delle note del mondo fantastico in una realtà dilaniata.
La regia di Philip Ridley è grandiosa nel creare atmosfere e momenti di una forza visiva elevatissima, la messa in scena, la costruzione delle inquadrature donano momenti pittorici e altamente suggestivi.
Accenni di Cimino, Malick ed anche di Erice, la potenza dell'impianto visivo fa immergere totalmente lo spettatore nella storia, nel dramma che riesce ad avere atmosfere horror.
La casa di Dolphin, la ragazza che Seth crede essere una vampira, la sequenza dell'ingresso è ottima, Seth che avanza inquadrato dal basso verso l'alto, la casa al centro dell'inquadratura in uno scenario altamente pittorico tra il grano avvolgente e il cielo al di sopra, il giallo e il celeste riescono ad essere entrambi presenti creando quadri ed una sequenza di grande carica.
Il momento catartico del padre di Seth è magistrale, la regia si prende il suo tempo per dare intensità, il padre alla pompa di benzina, il fiammifero, tutto cadenzato, il dettaglio di Seth che coprendosi gli occhi intravede il fuoco è grandioso così come la successiva inquadratura sul totale dell'incendio che risulta maestosa.
Le ambientazioni hanno molta presenza nel film, un ottimo utilizzo e costruzione di inquadrature tramite campi medi e lunghi donano sempre forza alla storia.

Ottimo anche il ritorno di Cameron, fratello maggiore di Seth e soldato, il fratello minore corre ad accoglierlo avvolto come fosse un mantello con la bandiera americana, ma in Cameron non c'è trionfalismo, non c'è pace per la famiglia, non c'è nessuna gloria ne tanto meno una prospettiva di tranquillità o stabilità.
E' tutto avvolto dal dolore e dalla tragedia.

In diversi frangenti il film utilizza anche la suspance hitchcockiana in quanto lo spettatore sa cosa fanno gli uomini all'interno della macchina nera mentre Seth, troppo piccolo, sembra non capirlo così come le malcapitate vittime presenti in scena.
Perciò quando si vede arrivare la macchina c'è tensione.

I personaggi che arrivano in lontananza come appunto Cameron ma anche l'ingresso in scena di Dolphin ricordano il western, per tempi, intensità e una fotografia arida tra i gialli del grano e la luce solare.
A livello di scrittura funziona anche vedere il mutamento della madre di Seth, dapprima severa e punitiva ma poi anche lei entrerà in un vortice di disperazione e sarà di fatto assente, taciturna, totalmente rassegnata per vie di tutte le tragedie che stanno avvenendo, ed una particolare che riguarda la sua famiglia.
Il finale è fantastico e potentissimo, Seth che fugge tra il grano durante il tramonto con la luce solare che illumina da dietro il bambino dunque ricoprendolo totalmente di oscurità che urla cadendo in ginocchio.
Film bellissimo, altamente pittorico che racconta le crudeltà di un'America nell'appena dopo guerra con nessuna glorificazione o esaltazione, donando al film atmosfere anche horror e momenti visivi impattanti, il tutto vissuto dal punto di vista di Seth che cercherà di interpretare le tragedia tramite il fantastico e il religioso.