Cult horror brasiliano incentrato nel personaggio di Zé do Caixão, uomo che ripudia la morale, la religione credo nell'istinto nell'uomo nella ricerca di una superiorità e dell'immortalità che deriva dal sangue quindi l'eredità tramandate con un figlio.
Marins, il regista, è un grande esponente dell'horror brasiliano ed infatti nel film ci sono sequenze, scene davvero degne di nota.
Innanzitutto, l'inizio ha un montaggio frenetico che simboleggia la mente contorta di Zé do Caixão, le sue visioni, la mani, i cadaveri che risorgono dalla terra, è tutto molto serrato a livello di montaggio e questo denota subito una certa visione del regista.
Zé do Caixão cercherà delle donne per poter ottenere un figlio, la prova che sottoporrà le donne all'orrore dei ragni che attraverseranno i corpi femminili è ottima, volendo anticipa la sequenza di dell'Aldilà di Fulci.
E' bellissima e d'impatto anche le sequenza dei serpenti, Zé do Caixão ha scelto la donna con cui mettere al mondo un figlio e le altre mentre guardano il villain con la donna scelta sono alle prese con dei serpenti, qui Marins gioca anche di soggettive e il lancio della maledizione di una delle donne è d'impatto.
Zé do Caixão si sforza nell'essere razionale ma ha incubi per via della maledizione che non gli farebbe avere un figlio, la sequenza dell'incubo è ottima e atmosferica. Il film vira sul colore, viene mostrato questo inferno dantesco con luci alla Mario Bava tra fumi, croci rovesciate, torture; così com'è d'impatto la scene delle donne, precedentemente uccise con i serpenti e gettate nella palude, emergere dalle acque per reclamare vendetta.
Marins opta anche per un citazionismo classico, Zé do Caixão che nel terzo atto trasporta tra le sue braccia Laura, la donna che davvero riesce a rimanere incinta, ricorda la celebre scena de Il Mostro Della Laguna, così come la folla inferocita contro il villain ricorda Frankenstein.
Come già accennati Marins ricorre anche al grottesco, non solo nella visione infernale ma anche nelle scelte di alcune musiche come l'Alleluia quando Laura dichiara di essere incinta.
Anche la recitazione è molto teatrale, Marins che interpreta il protagonista Zé do Caixão da sfoggio di diverse espressioni facciali, voce altisonante dunque una ricerca di teatralità.
Il film riesce a mascherare il suo essere low-budget, la regia non apre, non ricerca di mostrare ampi scenari e qui anche l'utilizzo del bianco e nero aiuta. Anche la stessa ricerca del grottesco fa il suo sotto quest'aspetto.
Sulla scrittura i piani e le azioni di Zé do Caixão si basano sul fatto che la donna precedentemente scelte, quella che "supera" la prova dei ragni, sarà fedele a lui, qui forse delle motivazioni in più sul perchè questa donna ama il villain si potevano cercare ma comunque la scrittura funziona bene quando alla fine la donna tentennerà viste tutte le malefatte del suo amato.
La protezione della donna serve anche come espediente per non far attaccare, essere perseguito legalmente Zé do Caixão dal villaggio e dalle autorità dato che non avranno prove e c'è invece la testimonianza della donna.
La gestione del finale è molto bella e atmosferica, la fuga di Zé do Caixão verso la palude, il suo rinnegare la morale e la religione, sia paradiso che inferno, fino all'ultimo ma con una mente ormai attanagliata dai suoi incubi, qui sono suggestive le immagini della donna della maledizione con il serpente apparire al protagonista, la regia opta anche per inquadrature dal basso verso l'alto che fanno svettare il villain che si crede invincibile in preda alla ricerca dell'immortalità, l'emergere degli scheletri delle donne sue vittime dalle acque paludose saranno la svolta, la scena è ottima e qui Zé do Caixão perderà le sue certezze cercando con un ultimo gesto di salvare la sua anima.

 

Un horror che merita di essere scoperto per chi non lo conosce, un cult per altri, un film che low-budget che con trovate, idee riesce non solo a mascherare ciò ma anche a creare momenti visivi dal loro impatto.