La narrazione pone Bella in diverse situazioni e ciò evidenzia il suo sguardo anche tramite la posizione sociale che “ricopre” in quel momento. Il suo viaggio e percorso è di maturazione sia sessuale che culturale ed anche di comprensione verso un mondo pieno di contraddizioni e di una morale costruita.
Lanthimos non da facili scappatoie nel film, di fatto Bella proverà tutte le esperienze possibili ma non sarà affascinata ne dalla politica, dalla società, dai vari contesti non a caso troverà il suo paradiso, il suo Eden proprio in casa con quel finale molto interessante dove Bella, dopo tutto il lungo viaggio, si crea, per l'appunto, il suo paradiso domestico, rifiutando il mondo ma cercando di migliorarlo a suo modo compiendo il ribaltamento totale visto all'inizio.
Bella non è più la ragazza controllata ma è lei stessa la creatrice, un po' come in Frankenhooker la figura femminile prende il controllo.
Il film non a caso cita diverse volte il film di Henenlotter anche visivamente, ad esempio la scena di Bella durante l'operazione e lo stesso finale concettualmente lo ricorda.
Finale bellissimo e riuscito anche perchè Bella precedentemente disconosce alcune azioni commesse da "suo padre" God ma lei effettuerà tali azioni dunque da una parte si confina nel suo Eden domestico con la meravigliosa inquadratura del giardino come a dire che può essere se stessa soltanto li perchè la società la rifiuta e lei stessa rifiuta la società ma allo stesso modo atteggiamento positivo nel voler cambiare in meglio il mondo sarà "rivisto".
Bella probabilmente vorrà lo stesso cambiarlo ma effettuando azioni che lei stessa precedentemente criticava dunque un altro step e una vena di pessimismo che Lanthimos inserisce come sempre nei finali dei suoi film che riflette l'aspetto, la posizione sociale.
Come soprascritto il concetto di controllo, di chi ha potere su chi, è un concetto cardine del film e nel cinema di Lanthimos, gli incontri che farà Bella, il ribaltamento di posizioni ad esempio tra lei e Duncan, dapprima di dipendenza ma poi Duncan diventerà ossessionato, un “marito” geloso, pazzo ed anche timoroso verso Bella andrà a ricordare anche il Renfield di Dracula.
Gli uomini nel nel film vogliono esercitare il loro controllo non sono Duncan posto da subito come un edonista approfittatore ma anche Max accetta di sposare Bella di fatto ancora "bambina" confinandola in casa come vuole God.
Il Dracula di Coppola è presente nel film tramite i costumi che ricordano molto il film ma anche visivamente specialmente scena del suicidio, il come Viktoria si getta in mare ricorda moltissimo il suicidio di Elisabetta del Dracula di Coppola, anche qui la donna si suicidava gettandosi in mare allo stesso modo.
Allo stesso modo si può vedere come sia Dracula che nel film di coppola suscita emozioni forti che siano di passione o di odio tra i personaggi, allo stesso modo anche Bella suscita emozioni e sentimenti a chi le sta intorno.
Anche quando farà la prostituta sarà sempre la "preferita" dai clienti ed anche chi non ha spinte sessuali verso di lei, ad esempio Martha ed Astley durante la crociera, saranno spinti invogliati a farla riflettere sulla società, cultura e filosofia.
Astley è interessante perchè è un nichilista, è un uomo acculturato ma ormai disilluso non crede nel progresso dell'uomo, nella politica e ciò si potrebbe ricollegare al finale dove però Bella non sposa in posizione di Astlet lei probabilmente crede anche che si possa "migliorare" ma per ottenere ciò interviene letteralmente quindi artificiosamente sull'uomo, ricreando appunto quell'Eden confinato in casa.
La regia di Lanthimos riprende molti degli stilemi de La Favorita dunque molti movimenti di macchina a seguire i personaggi, ad aprire le scene ed ovviamente la presenza di grandangoli e fish eye a rimarcare anche il senso di grottesco che pervade tutto il film.
A livello visivo il film è ottimo, messa in scena, fotografia di altissimo livello, le sequenze sulla “crociera” con quel cielo sono bellissime, stesso discorso per la Lisbona ricostruita con quei cieli e strutture e così per tutte le location e scenografie. In generale Lanthimos riesce comunque a dare il senso di prigionia di Bella quando il film lo richiede mentre sa dare “aria” come ad esempio quando Bella nel primo atto del film sopra sopra il tetto come voglia di evasione, di scoprire il mondo.
A livello visivo il film cita il cinema espressionista, il primo atto è in bianco e nero, dove non mancano riferimenti biblici il "padre" di bella si chiama God, il giardino, la mela; e il colore eccetto per i flashback, arriva in una scena di sesso.
La maturazione che viene dall'emancipazione sessuale.
Sicuramente è un Lanthimos più “esplicito” e forse di facile lettura rispetto agli altri suoi film, ci sono dialoghi che spiegano il senso della scena e del film, ad esempio verso il finale quelli con il marito di Viktoria, però questo didascalismo è anche dato dal fatto che Bella dice tutto ciò che pensa dunque è nella natura del personaggio.
Comunque quel finale con l'Eden ricreato non risulta “facilone” ed anzi è molto interessante.
Dunque non solo un racconto di emancipazione ma un viaggio verso le problematicità e contraddizioni del mondo, della società anche della morale, delle etichette imposte.
Anche i personaggi maschili sono diversi tra loro, come scritto Bella fa provare sentimenti perciò lo stesso God avrà una sua maturazione proverà empatia, sentimenti da padre verso Bella e ciò interessante anche riguardo il suo background dato che a sua volta suo padre(di God) sempre scienziato fece esperimenti su di lui.
Il concetto di Frankenstein è il ribaltato, God, lo scienziato è sfigurato mentre Bella, la creatura, è esteticamente bellissima.
Lanthimos si conferma un autore di qualità, con un suo cinema altamente grottesco, esplicito sessualmente che parla di posizioni sociali, di ribaltamenti di queste.
Se è vero che Poor Things, forse, è esplicito e con un messaggio, anche per natura della protagonista, più espresso a parole per farlo arrivare a tutti, il regista non rinuncia a scelte visive e a momenti d'impatto. Il grottesco funziona, il film sa anche divertire.
Quel finale meraviglioso è da Lanthimos, sia registicamente che concettualmente e di fatto questo si non è per nulla didascalico, è immagine.