Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Next of Kin

(Film, 1982)

Horror australiano dove la regia di Williams crea un ottima atmosfera e tramite movimenti di macchina continui e soluzioni visive crea e tiene alta la tensione.
Linda, la ragazza protagonista, eredita dalla madre la tenuta di Montclare che ospita una casa di riposo per anziani; Linda leggendo il diario della madre rivivrà alcune esperienze scritte nel diario tra visioni, il sentire rumori, dunque situazioni da film di fantasmi cove la regia giocherà molto.
Williams da molto spazio all'ambiente e alle scenografie, gli esterni sono ottimi, gli spazi rurali, la foresta ed anche gli interni sono gestiti benissimo, la tenuta di Montclare risulta cupa, la fotografia che spazia tra i gialli e verdi però sempre a tinte dark creano la giusta atmosfera.

La regia oltre a seguire i personaggi con i movimenti di macchina, effettua movimenti che quasi “entrano” su di loro, su Linda, memorabile quando dall'alto la macchina da presa si avvicina a Linda mentre prende la lenti d'ingrandimento ed in seguito il diario.
Le sequenze sulle scale dove la regia dall'alto segue i passi come fosse un film gotico, c'è sempre attenzione nel ricreare atmosfera.
Buona anche la sequenza con il gatto, un Ragdoll per i gattofili, il punto macchina è basso e la macchina da presa segue il micio, i movimenti di macchina sono costanti nel film e servono per alimentare la tensione e per giocare con i meccanismi degli horror con fantasmi, dove la regia giocherà nel far apparire gli anziani e giocando con le dinamiche dei jump scare senza però utilizzarli.
Dunque Linda avrà delle visioni che si ricollegano con il passato quindi la bambina con il vestito rosso , il pallone, il tutto ha a che fare con la storia tra la madre e la zia, quest'ultima soggetto misterioso nel film; qui la regia fa distorcere i corridoi della tenuta per disorientare la protagonista e per dare quella sensazione di incubo.
Non a caso la regia inquadrando ragnatele ma anche Linda “imprigionata” tra il corrimano delle scala da la sensazione che la giovane protagonista sia in trappola.
Questo perchè il film gioca anche sia sul mistero che sul giallo, Connie, la donna che lavora alla tenuta, e il dottore di famiglia sembrano in accordo, in combutta e come soprascritto c'è in aggiunta il mistero di Rita, la zia di Linda se sia veramente morta.

Il telo bianco del bucato che separa Linda da Connie crea una divisione tra le due, divisione che la regia mostra già all'inizio quando dapprima Linda raddrizza il quadro ma subito dopo Conne lo rimette “storto” come a voler creare uno scontro su chi gestisce la tenuta.
Il film punta sul creare potenziali “colpevoli” a ciò che sta accadendo attorno a Linda, non solo Connie e il dottore ma anche Carol la sua rivale in amore.
Nel terzo atto non mancano le scene d'impatto, la fontana che inizia a sgorgare sangue, la scena della sedie a rotelle e ovviamente la rivelazione del mistero, del perchè e lo scontro seguente.
Ottimi i tempi d'attesa, la scena che precede il finale con Linda a costruire il castello con le zollette di zucchero  è esemplare.
Un horror-giallo ben girato, film di genere riuscito dove la regia, la messa in scena sa creare tensione, atmosfera e quando c'è da mostrare l'orrore, il sangue, il film non risulta affatto timido.