Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Morgiana

(Film, 1972)

Herz è un regista che fa della forma, della forza visiva i suoi punti di forza; Morgiana è tra i suoi film più famosi ed ha una messa in scena grandiosa, ottima fotografia che dona al film atmosfere con tocchi surreali e contorni da fantasy.
La storia si incentra nell'invidia di Viktoria per la sorella minore Klara, quest'ultima eredita un'abbondante fetta del patrimonio di famiglia, è più giovane, ha degli uomini che la ama e che le fanno la corte, l'invidia di Viktoria arriverà al punto di tentare di avvelenare la sorella.
E' la grande espressività visiva che traina lo spettatore durante la visione del film, Herz riesce a narrare grazie alle immagini.

L'immagine di Klara che si riflette perpetuamente negli specchi immerge subito la narrazione in un mondo dai toni surreali, a livello visivo, che la regia riesce a creare, l'enfasi, l'intensità nel momento dell'avvelenamento col dettaglio del bicchiere è ottimamente reso così come il primo piano, una volta che Viktoria torna nella sua casa, con il bicchiere a coprire l'occhio della donna dividendo di fatto in due il volto.
Viktoria è perennemente funerea, l'abito nero richiama fortemente al gotico, ottima la scena di quando scende le scale dopo aver compiuto il gesto sulla sorella.
Di momenti impattanti e suggestivi ce ne sono molti, le scene in notturna all'interno della casa di Viktoria, il ralenti mentre si crogiola tra gli abiti sontuosi della defunta madre, le perle, i gioielli.

I giochi di specchi che tornano nel film, Klara che vede riflettere Viktoria mentre l'avvelena di nascosto con la fotografia che si contorna di note rosse molto fascinose, così come sono suggestive e atmosferiche le note verdi che spesso pervadono il film.
Ovviamente doveroso citare le soggettive di Morgiana, il gatto di Viktoria, probabilmente l'unico essere che la dark lady ama realmente ma che per la sua(di Viktoria) avidità farà rientrare accidentalmente nell'intreccio tra lei e la sorella.
Film che si lascia trasportare dunque tramite il suo fascino visivo più che dalla narrazione.