May December è un film che indaga sul vissuto che tramite i personaggi coinvolti fa un discorso sul cercare di capire, comprendere le persone e quanto le proprie supposizioni possano influenzare un giudizio.
Di base la trama è alquanto semplice, l'attrice Elizabeth, Natalie Portman studia il personaggio di Grace, Julianne Moore per interpretarlo.
Quello che funziona alla grande nel film di Haynes è il come i personaggi siano sfaccettati, Elizabeth in realtà ha quasi da subito un giudizio su Grace per quello che è accaduto, cioè una relazione con un ragazzo di tredici anni, ma è funzionale e ottimo il come l'attrice cerchi di avere tutte le informazione, sapere il più possibile sulla vita di Grace e di farlo ripercorrere determinati eventi e vivere quelle sensazioni.
La regia sa reggere perfettamente le inquadrature fisse e sa donare intensità alle scene, emblematico quando Elizabeth va nello stanzino dove Grace e Joe(il ragazzo) avevano avuto il rapporto e lei quasi senta quell'orgasmo.
Grace lo stesso è un personaggio molto complesso, da un lato cerca di gestire l'attuale famiglia, sembra sicura come ad aver superato il tutto, dall'altro però la si vede piangere al letto insieme al compagno, sempre lo stesso Joe, e l'onnipresenza di Elizabeth farà riemergere quei fatti del passato, dunque si scopriranno retroscena sul passato di Grace ed in generale si noterà una gestione familiare non sempre felice e mai facile.
Haynes si concentra sugli sguardi, sulle occhiate, le risatine probabilmente forzate i tanti giochi di specchi tre le due donne che progressivamente andranno a respingersi a vicenda.
E' un film dunque anche sulla ricerca di realtà, sul cercare di comprendere l'altro e di fatto Haynes mostra come il vissuto delle persone sia complesso e mai etichettabile.
Il movimento di macchina nel finale ad allontanarsi da Elizabeth mostra come questa in realtà non abbia capito Grace e successivamente durante il set, nelle riprese potrà fare e rifare scene di continuo cosa che la vita non offre.
Oltre le due donne anche il personaggio di Joe non risulta banale, quasi imprigionato in questa relazione, come le sue larve che nel finale diventeranno farfalle, senza aver vissuto una via "normale" e con una situazione complessa.
La regia di Haynes è meno "diretta" rispetto a un film come Safe, ad esempio, ma sa risultare lo stesso intensa, e regala momenti di oscurità memorabili proprio come è oscura sia la storia che la vita umana.
Gran film.