Sofia Coppola dipinge il personaggio Marie Antoinette mostrando tutto il contesto della corte di Versailles che soffoca, imprigiona la protagonista, una vita passata ad acconsentire, assecondare le etichette, i voleri sia della corte sponde francese ma anche della corte di sua provenienza, austrica, senza dunque poter vivere davvero in pieno la sua, dove l'unico sfogo per lei sarà il divertimenti, le feste insieme alle damigelle di corte che rappresentano gli unici suoi momenti liberi, di fatto è l'oppressione della vita a Versailles che genera i suoi atteggiamenti altisonanti" ma che Sofia Coppola in realtà, nonostante gli eccessi della regina, mostra la sua psicologia del personaggio interpretato benissimo da Kirsten Dunst sfatando dei miti e di come più che un capro espiatorio in se è l'aristocrazie e ciò che ne consegue che genera lo scontento generale che scaturirà nella rivoluzione francese.
La messa in scena del film è meravigliosa, scenari, costumi, la stessa fotografia, il livello estetico è magnifico e ciò non risulta mera forma, in quanto le immagini danno forza al racconto.

L'arrivo in carrozza di Marie Antoinette in Francia, lasciandosi dietro la corte austriaca mentre la protagonista osserva i boschi, immortalando il momento, fa il palio con la scena finale dell'addio a Versailles e rappresenta perfettamente il personaggio della regina, quest'ultima ha vissuto sempre a corte senza poter davvero esprimere se stesse ma dovendo adattarsi all'aristocrazia, al re, ai voleri della politica.
Coppola ridicolizza le etichette, le usanze di Versailles, il rito della vestizione mentre il personaggio di Kirsten Dunst prende freddo, l'ampollosa colazione con tutta la corte presente dove Marie Antoinette e il re Luigi, suo sposo, non hanno intimità, i pasti separano i due nell'inquadrature a segnalare la distanza, la mancanza di vero amore tre i due.
Sono molti infatti i momenti dove la protagonista risulta “sola”, le inquadrature danno spesso distanza, i campi medio-lunghi mostrano la condizione di solitudine, il rapporto con il re è freddo, perciò si avverta una sensazione di “distacco” durante il film come a delineare il vuoto della regina.
Il risveglio con tutta la corte a fare da vedetta sul letto per vedere se è rimasta incinta, le dicerie su di lei mentre in realtà è il re a non “adoperarsi”, le pressioni della stessa madre nel partorire un erede al trono di Francia, neanche la sua famiglia di origine è un reale appiglio per la regina che avrà solo le feste come valvola di sfogo e le sue amiche damigelle di corte con cui divertirsi da tutto questo soffocamento.
Meraviglioso il movimento di macchina dove Marie Antoinette viene avvolta dall'oscurità mentre è da sola al balcone della reggia, così come la scena dove piange perchè gli altri membri dell'aristocrazia riescono ad avere un figlio mentre il suo marito è apatico a letto.
Perciò, il cercare la grandezza, l'acconciatura alta di capelli, gli alberi rappresentano anche una “compensazione” per la mancanza di attività sessuale, ottima a riguardo la scena dove re Luigi parla insieme al fratello di Marie Antoinette proprio sul come avere un figlio dove nell'inquadratura è presente un elefante con la proboscide in evidenza, a richiamare il simbolo fallico.
La regia di Sofia Coppola mostra le differenze tra la vita insipida della coppia reale e invece la passione, il calore nei momenti con il conte Farsen, la festa in maschera e il successivo rientro a corte che presenta toni cupi.
Bellissimo anche il movimento di macchina che dalla coppia reale, mentre ascoltano il medico, va a confluire nel letto vuoto.
I toni e i colori pop, il tocco artistico di Coppola è molto presente, ci sono sì i momenti “sfarzosi” della regina ma re Luigi spende soldi finanziando la guerra civile americana mentre aumenta le tasse al suo popolo, l'opinione pubblica si scaglia contro Marie Antoinette che certo fa parte dell'aristocrazia, spende moltissimo ma in piccoli frangenti rinuncia ai diamanti e al progetto del maestoso giardino, gesti che sicuramente non risolvono la situazione ne del popolo ne delle finanze della corte ma evidenziano come il personaggio venga strumentalizzato, le colpe ricadono su di lei, la bellissima scena nel teatro dove applaude, la regina rimane sola nessuno segue il suo gesto, eppure sono le scelte bellicose del marito che aggravano per lo più le finanze e affamano il popolo.
Chiaramente non se è di fronte alla beatificazione del personaggio ne alla sua assoluzione da colpe, ma si tratteggia la sua psicologia, si mostrano il perchè delle scelte e le condizioni della sua vita, il contesto in cui è vissuta.
Emblematica la scena dove viene sia simbolicamente che fisicamente denudata delle sue vesti austriache, non c'è dunque una vera unione delle due nazione, è tutto effimero, le vecchia tradizioni, i dogmi regnano sovrani.

Film bellissimo, visivamente eccelso, diretto con cura da Sofia Coppola che gestisce e narra con gusto, in modo anche personale il personaggio di Marie Antoinette.