Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Long Weekend

(Film, 1978)

Eco-horror dove la natura si vendica contro l'umanità, rappresentata dalla coppia Peter e Marcia.

Marito e moglie vanno in campeggio e qui nelle loro attività inizieranno ad inquinare, non rispettare il luogo; la regia di Eggleston sa andare nel dettaglio, inquadra animali e immortala i singoli momenti significativi come il lanciare il mozzicone di sigaretta fuori dall'auto con il fuoco che inizia a prendere vita, fuoco che simboleggia l'inizio della disavventura per la coppia.
Peter agisce che se fosse il padrone del luogo, potendo permettersi di fare tutto la vicenda ha un serbo ben altro per la coppia.
Marcia è più restia rispetto al marito ad andare in campeggio, si dichiara più da città e si nota non sia predisposta per le attività all'aperto e al camping, è interessante infatti che la coppia è tutt'altro che in fase da “luna di miele”, ci sono molti attriti tra i due, Marcia ha effettuato un aborto, si parla spesso di divorzio e la regia riesce ad incanalare la distanza che c'è tra Peter e Marcia.

La regia è un continuo mostrare singoli momenti e gesti, la partenza dell'auto che schiaccia il granchio, Peter che si distrae e investe un canguro ma anche l'uovo di aquila che Marcia rompe in un momento di furia tra lei e Peter, il gesto chiaramente ricorda il momento dell'aborto.
Questi sono solo degli esempi di quanto avviene nel film e di come la coppia, agendo nel proprio quotidiano, “infettano” l'habitat naturale.
Eggleston, tramite proprio il come posiziona la macchina da presa, riesce a dare la costante sensazione che la coppia sia osservata, come se la natura fosse le a giudicarli per preparare la propria vendetta, non mancano anche delle inquadrature dall'alto che enfatizzano tale sensazione.
La fotografia è in stile crudo e secco, non ci sono patinature, nel momento della tentata fuga, quando Marcia è nell'auto, il film regala anche una scena impattante visivamente con il colore rosso visibile all'esterno dell'auto che crea un momento di atmosfera prettamente horror.
Sempre a livello di atmosfera, molto bella la sequenza sempre in fuga, ma stavolta a piedi, tra i gli alberi e rami del bosco.

Nel film non ci sono animali che all'improvviso diventano killer spietati, ma comunque la sensazione di vendetta è forte e gli animali con le loro gesta saranno decisivi per l'esito della coppia.

Un appunto, ma questo proprio soggettivo, dato lo stile crudo e secco sarebbe stata gradita più presenza di sangue anche perchè con lo stile e per ciò che accade del film avrebbe aumentato la portata e la forza del tutto.
Il finale, per quello e per come accade a Peter funziona molto bene, i vari momenti si ricollegano, Peter che all'inizio del viaggio investe accidentalmente il canguro, saranno gli animali seppur “indirettamente” ma comunque agendo a provocare l'azione che richiama il momento soprascritto che chiude il cerchio narrativo.
L'inquadratura dall'alto inoltre completa tutto l'arco del film in quanto ad inizio film Peter viene inquadrato dall'alto mentre scende dall'auto, la natura ha visto il suo percorso e le sue azioni e di conseguenza, seppur indirettamente, ha agito.