Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Loft

(Film, 2005)

Kiyoshi Kurosawa è uno dei registi protagonista dell'ondata j-horror anni '90/00 ha diretto film meravigliosi e Loft/Rofuto è un film a suo modo molto particolare che anche se tratta tematiche simili ai film di fantasmi j-horror si discosta per alcuni stilemi.
Innanzitutto, non si è di fronte al "classica" vendetta della donna fantasma che pronta ad uccidere chiunque, sì la donna fantasma c'è ma ci si chiede proprio il perchè sembra pazientare, non agisce; altro aspetto lo fa differenziare da altri film è il vestito nero, non più bianco come Sadako o Kayako, il colore nero richiama l'elemento del fango, elemento importante per la "mummia" dato che la donna morì proprio ingoiando molto fango per preservare la bellezza.
Il film, come da tradizione j-horror, è ricco di sotto testi e critica sociale; Reiko, la protagonista, è una scrittrice vessata dal suo socio, la case editrice le sta sopra, mette pressioni di continuo e ciò rappresenta una società capitalista invadente.
Reiko si trasferirà in una casa isolata, vicino ad una zona boschiva-paludosa, la casa viene presentata un po' malandata circondata dal verde come fosse una rivincita della natura sull'urbanizzazione.
Non è un caso che il colore verde sarà predominante nel film, non solo negli esterni ma anche gli interni avrà molto verde colore che richiama sia le atmosfere spettrali ma anche la sensazione di inquietudine.
La storia, la morte della mummia anche se di fatto non viene spiegata è intuibile, morta ingoiando fango per preservare la sua bellezza, ciò si può leggere come nella società(a stampo maschilista) una donna deve preservare la sua bellezza per avere una certa "importanza", non a caso la stessa mummia mentre possiede l'altra donna defunta(la donna dal vestito nero) dirà che vuole fuori gli uomini.
Anche la stessa donna dal vestito nero è stata vittima proprio di un uomo e nel terzo si scoprirà chi sarà stato.

La mummia, così come i dettagli della conservazione, lo stesso fango, richiamano anche il tema dell'immortalità cercata dall'uomo, il film porrà spesso l'accento su questo concetto.
I fantasmi oltre che ai rimorsi, alla perdita di "controllo" raffigurano ance la solitudine, concetto chiave nei film di Kurosawa.
La mummia è rimasta sola per secoli e la stessa donna dal vestito nero rischierà di fare la stessa fine; l'empatia dunque gioca un ruolo importante e Yoshioka, il custode della mummia che vive accanto a Reiko, dirà proprio che per la mummia. durante una parte del film, è meglio stare da Reiko come se quest'ultima possa comprenderla meglio.
A livello di horror ci sono delle sequenze magistrali, Kurosawa non opta per i jump scare ma utilizza long take e movimenti di macchina.
La presenza della donna col vestito nero negli angoli della casa, dietro le finestre con quei long take sono quasi raggelanti, le scene e di tensione e atmosfera sono prolungate, ad esempio tutta la sequenza del contatore, quando salta la luce, con quei verdi cupi e tempi allungati è ottima.
Stessa cosa per tutte le sequenze che culminano con l'apparizione del fantasma, il saper prolungare i tempi della salita delle scale, di semplici camminate, il come si inquadrano i soggetti in scena, il saper dare spazio all'ambiente cupo e atmosferico; Kurosawa gestisce tutto al meglio.
Ottime anche le molte inquadrature storte, molte delle quali utilizzate mentre Reiko è a lavoro come a segnalare che l'inquietudine è data da quel lavoro eseguito quasi a forza, sotto pressioni.
E' fantastico il primo incontro tra Reiko e Yoshioka, con Reiko che gli appare dalla finestra, sempre in long take, e le mani dei due che toccano il vetro.
Le scene sulla banchina con quei fumi e la nebbia ricorda Vampyr di Dreyer con dunque una resa visiona bellissima e altamente atmosferiche.
Fotografia e messa in scena oltra a giocare con i verdi sa donare momenti cupissimi, moltissimi gli angoli scuri, le ombre, anche quando non appaiono, si ha la sensazione di essere sempre al cospetto di fantasmi o di qualcosa di malsano proprio per come sono resi questi scenari oscuri.
Il finale non lascerà scampo a facili happy ending.
Un j-horror particolare e anche "diverso" rispetto agli altri che ha le sue sequenze atmosferiche grandiose, sotto testi e chiavi di lettura sociali
e delle atmosfere cupissime.
Bellissimo.