Jessica Hausner dirige un sci-fi con ampi rimandi a L'invasione degli ultracorpi dove porta avanti il suo cinema che parla di distanze, del dualismo lavoro e vita familiare/relazionare con uno stile improntato sul distorcere la prospettiva.
Il film inizia con un'inquadratura dall'alto con movimenti di macchina volti a disorientare lo spettatore anche per la presenza del sonoro, ricorrente, con il fischio che penetra nei timpani, mostrando dunque il laboratorio, i germogli del fiore che sarà battezzato Little Joe dalla sua creatrice, Alice, dato che il figlio si chiama effettivamente Joe. Dunque già da questo si intuisce la dicotomia tra il figlio effettivo, biologico e il figlio nato dal lavoro, il fiore che a differenza degli altri(fiori) ha bisogno di essere accudito come un vero e proprio figlio.

Infatti, nell'ambiente domestico, Hausner mostra Alice e Joe distanti con inquadrature che ricordano quelle del suo precedente film, Amour Fou, regista che nei suoi film predilige l'inquadratura fissa, in Little Joe c'è un ampio utilizzo di movimenti di macchina che sembrano avvicinarsi verso i personaggi ma in realtà, nonostante l'effettivo movimento verso questi, li fa uscire dal quadro.
Emblematico infatti il dialogo iniziale durante la cena tra madre e figlio dove tale movimenti di macchina porta ad uno stacco di montaggio dove Alice e Joe sono inquadrati dall'esterno divisi dalle finestre proprio per marcare il concetto di distanza.
Di momenti simili il film ne ha molti come ad esempio il dialogo tra Alice e Bella, questa collega di lavoro che ha dei dubbi su Little Joe e crede possa infettare le persone, il movimenti di macchina si indirizza verso la tenda viola, il dettaglio della tenda richiama il film d'esordio Hotel, il colore è chiaramente espressione di Little Joe in quando spesso, di notta, la serra dove sono situati i fiori è contornata dalla colorazione viola.
 La messa in scena, la fotografia sono ottime, Hausner, ancora una volta, mostra un'attenzione e una predilezione per il colore verde che nello specifico nel film va chiaramente a richiamare la natura e la vegetazione essendo la storia ambientata in una laboratorio dove vengono create dei fiori.

Grembiuli, sedie, piante, il verde è molto ricorrente, ci sono molte note pastello anche per come si veste Alice a livello cromatico.

Il fiore di Little Joe però è rosso, colore che richiama sia la passione che il sangue e le note viola in notturna alimentano le atmosfere ed i momenti suggestivi.
Le persone che entrano in contatto con il fiore sembrano rimanere infette, hanno dei cambiamenti, è molto interessante che Little Joe è stato creato per non riprodursi e il suo infettare è la sua risposta, il modo per alimentarsi e proliferare.
Hausner, come già in Hotel, non mostra esplicitamente cosa avviene quando le persone entrano in contatto con il fiore, non ci sono baccelli o mutazioni fisiche, sotto quest'aspetto la regia lavora di sottrazione in modo tale di instaurare il dubbio se davvero sia Little Joe ad infettare le persone o se i cambiamenti delle persone siano in realtà normali, semplici atteggiamenti da vita quotidiana.
Di fatto le persone non diventano dei killer o altro, Joe(il figlio di Alice e non il fiore) vorrà andare a vivere con il padre, Karl, il capo-reparto del laboratorio, se dapprima mostra dei dubbi sul fiore dopo esserci entrato in contatto lo approverà nonostante i rischi, i cambiamenti sono questi, le persone sembrano effettivamente difendere Little Joe e le azioni dei personaggi sembrano rivolte nell'aiutarlo verso la proliferazione.

La relazione tra Alice, separata dal marito e Chris, collega di lavoro è ancora una volta mostrata distante, Hausner gioca molto con la dicotomia lavoro e relazioni sentimentali, la protagonista infatti è dedita al suo lavoro tanto di fatto da non dedicare troppo tempo al figlio.
Nell'arco del film Alice avrà poi dei dubbi su Little Joe e suoi suoi effetti, così come verso le altre persone, colleghi che potrebbero essere stati infettati tra cui Chris, per il concetto di distanza il momento quando i due(Alice e Chris) sono al pub è significativo perchè inquadrati a distanza e quando Chris prova a baciare Alice, Hausner fa passare un astante del pub davanti in modo da coprire i due soggetti, il bacio non ci sarà.

I dialoghi tra Alice e la psicologa e alcuni scambi con Bella rendono il film più “accessibile” al grande pubblico in quanto danno spiegazioni riguardo ciò che accade ed ai pensieri di Alice, però questi momenti risultano anche un po' superflui, perchè le immagini, la narrazione, quello che Hausner vuole narrare è comprensibile; probabilmente ci sono state ingerenze produttive a riguardo è sempre preferibile quando si riesce a raccontare tramite immagini e dove i momenti sono già esemplificativi senza l'aggiunta di dialoghi e spiegazioni chiarificatrici. Anche perchè Hausner, tramite il suo film d'esordio Hotel, ha ampiamente dimostrato di saper narrare con atmosfere senza bisogno di dare spiegazioni.
Ciò detto, il film rimane sicuramente riuscito, Hausner porta avanti le sue tematiche ed anche la sua tecnica sperimentando movimenti di macchina non così usuali nel suo cinema.
Molte le inquadrature volte a disorientare lo spettatore, i totali, i campi sul laboratorio ma anche l'inquadratura inclinata quando Joe torna a casa dopo essere stato con il padre, segno proprio di come la narrazione si stia distorcendo così come il rapporto tra Joe e la madre Alice.
Bello e significativo nel finale il movimenti di macchina che fa uscire Alice e Joe dall'inquadratura , il dualismo lavoro-famiglia, l'amore verso un figlio in confronto all'amore per il lavoro per la ricerca, Joe e Little Joe dove, come dice Karl, resta difficile dare autentificazione ad un sentimento, i dubbi che ha sia Bella che poi la stessa Alice sono difficili da provare.

A riguardo, il personaggio di Bella risulta importante perchè è il suo attaccamento, l'affetto che ha per il cane quindi sempre un sentimento di amore che provoca i dubbi su Little Joe, in quanto il cane una volta entrato in contatto con il fiore si comporterà in modo diverso.

La scena dove Bella si alza in piedi nella sala da pranzo del laboratorio ed espone i dubbi su Little Joe è ben riuscita ed è interessante come lei in quel frangente sembri quasi la pazza della situazione, ma in realtà esclusa lei e Alice tuti gli altri sono stati in contatto con il fiore, dunque risulta pazza nei confronti degli infetti che sono la maggioranza della scena.
Sci-fi ben diretto con idee ed uno stile che va via via sempre perfezionandosi da parte della regista.