Noir a tinte gangster dove la regia di Polonsky, molto ispirata a Wells, regala ottimi guizzi e momenti di intensità visiva.
Il film inizia subito con un movimento dall'alto verso il basso, Wall Street svetta e domina lo scenario e quasi guarda dall'alto verso il basso tutto l'ambiente e di conseguenza i personaggi.
Non a caso la vicenda del film è ambientata durante il 4 Luglio, dove Joe Morse per avidità non si fa scrupoli nel mettere in mezzo alla storia gangster il fratello Leo entrando in affari con il malavitoso Tucker.
Per molti aspetti ci sono molte tematiche che rivedremo poi in Scorsese, l'avidità degli states, il fatto che Joe truffi gli altri perchè, come Di Caprio in Wolf Of Wall Street, crede che i soldi stiano meglio a lui che a chi non li "merita", e proprio l'ambientazione del 4 luglio con le lotte tra gangster va a richiamare come l'America, la sua storia, sia appunto sangue, avidità e scontri tra clan, tutte tematiche care a Scorsese.
Come scritto la regia tramite profondità di campo e punti macchina suggestive regala inquadrature d'effetto e interessanti. Notevoli sono anche i tagli di luce che vanno proprio a richiamare Wells.
L'inquadrature di Joe tra le due morte è magistrale, così come le molte inquadrature ombreggiate; ma anche quando la regia va sui dettagli coma la pistola e il telefono non è mai banale e sa regalare intensità.
Il film dura sotto lo standard "classico" dell'ora a mezza e un po' si nota che alcune vicende non sono così esplorate ma rimangino incastrate nei meccanismi del genere, come la love story tra Joe e Doris, ma anche il personaggio di Edna rimane un po' troppo sullo sfondo.
Comunque ci si trova di fronte a un noir solido e diretto molto bene con un finale molto significato tramite una discesa verso il basso che non solo richiama il movimento di macchina iniziale ma contrasta con "l'altura" di Wall Street e va a riprendere una sorta di caduta luciferina per ciò che l'avidità ha portato.
