Drama-romance a tinte horror per la presenza del licantropo, film della storica casa di produzione Hammer diretto dalla punta di diamante della suddetta, il regista Terence Fisher.
Il film ha al suo interno molti aspetti e concetti interessanti, la maledizione proviene da tragedie e atrocità, il mendicante è costretto alla prigionia e all'isolamento per via del sadismo del marchese mentre la madre biologica di Leon, il futuro licantropo del film, sempre su ordine e prepotenza del marchesa sarà rinchiusa insieme al mendicamente divenuto ormai una bestia proprio perchè tenuto praticamente in cattività, la donna di fatto subirà uno stupro.
Non ci sono morsi o graffi ma è tramite il dolore che viene la maledizione prende atto.
Quello che può tenere a freno gli istinti bestiali di Leon è l'amore, dapprima dei “genitori” praticamente adottivi , Teresa e Don Alfredo Corledo, successivamente per via di Cristina, ragazza di cui si innamorerà Leon.
Anche la figura del prete non è banale, molto spesso in film del genere disconosce il maledetto, da la caccia, aizza le folle mentre in questo caso, tiene per se il segreto della maledizione, conosciuta sola dalla famiglia e dal prete e da consiglio a Don Alfredo su come gestirla cioè tramite l'amore che volendo è proprio un insegnamento, un consiglio molto cristiano e dunque in linea con la sua fede.

La storia è molto densa di avvenimenti e momenti importanti, per ciò che narra il film, per approfondire le varie dinamiche e vicende sarebbe servito un minutaggio ben superiore.
Molti aspetti infatti sono raccontati e non mostrati o vissuti dai personaggi ed in diverse circostanza è il voice over a narrare gli avvenimenti.
Ad esempio, il giovane Leon che per la prima volta assapora il sangue è solo raccontato da lui senza che ciò venga messo in scena mentre invece avrebbe avuto molta più forza una scena mostrata.
La love story tra Leon e Cristina è piuttosto veloce, passa pochissimo tempo da quando si vedono la prima volta a quando sono già innamorati, sarebbe servito più tempo.
Stesso discorso si potrebbe fare per altre dinamiche, l'amore dei genitori nella fase adolescenziale di Leon passa in transizione tramite voice over sembra che tali gesti siano vissuti dai personaggi.
Ovviamente il motivo di tali scelte è comprensibile, specialmente vista l'epoca, i film di genere difficilmente superavano i classici 90 minuti di durata, ma proprio perchè il film è denso di eventi e momenti importanti e con una trama interessante il tutto avrebbe avuto più forza e spessore con degli approfondimenti che avrebbe anche rafforzato i personaggi ed i loro legami.

Mentre invece è ben descritto il come in Leon crescano gli istinti più primordiali, la luna piena, i suoi cambiamenti di atteggiamento mentre è al locale a bere insieme al suo amico e a delle ragazze, dunque con degli stimoli in atto che la luna piena e la sua maledione amplificano e scatenano il licantropo.
Il film ha al suo interno un'anima fortemente pessimista, Cristina, la donna che rappresenta la salvezza, colei che tiene a bada la maledizione tramite l'amore sarà invece indirettamente il motivo della condanna di Leon.
Fisher dirige in maniera precisa, molto sobria ed elegante il film.
Molto buoni gli interni delle abitazioni che richiamano il gotico, i dettagli rossi che richiamano il sangue sono presenti sugli sfondi, negli scenari tramite oggetti come le tende che abbelliscono anche  la messa in scena.

Iconica la scena del licantropo sul campanile così come è ben eseguito il movimento di macchina che va dallo specchio rotto, con tonalità di rosso e il sangue, fino al cadavere della donna vittima del licantropo.
Un film girato spesso a camera fissa ma dove Fisher quando muove la macchina da presa lo fa con cognizione di causa.

Anche il momento della trasformazione inquadrando le mani che da umane diventano bestiali funziona e crea un parallelismo con The Wolf Man del 1941 dove la trasformazione è mostrata inquadrando i piedi.
Il finale rispecchia tutto il pessimismo del film e l'inquadratura dall'alto a mostrare Cristina piangere insieme a Teresa ne è la perfetta raffigurazione.
Questo è un film di cui piacerebbe vedere un remake proprio per vedere esplorate e aggiornate diverse situazioni, anche il prologo potenzialmente potrebbe essere un film a se con la storia del mendicante.
Comunque un buon horror-romance della Hammer che ha diverse tematiche al suo interno, aspetti interessanti e con bei guizzi di Fisher.