Horror filippino a tinte fiabesche che sa regalare ottime immagini intense e tensione.
Sullo sfondo della seconda guerra mondiale Tala, la giovanissima protagonista del film, vedrà progressivamente disintegrarsi il suo nucleo familiare perdendo le sue certezze andandosi ad affidare all'ultraterreno, una fata risponderà al suo appello.
La regia di Dagatan gestisce molto bene la messa in scena, la fotografia sa essere cupa, gioca anche molto bene con le tonalità di verde per dare tocchi di mistero e sovrannaturale, l'atmosfera è ben resa e si nota proprio un'ottima cura per le immagini, inquadrature anche per come viene posizionato il punto macchina.
C'è infatti un buon lavoro sul come posizionare i soggetti in scena, spesso "piccoli", dominati dall'ambiente, non mancano delle inquadrature sia dal basso che dall'alto, questo, rende i personaggi ancora più vulnerabili, creando situazioni di disagio, ma anche per dare l'idea dell'entità ultraterrena. 
Le ambientazioni sia della casa che del suo esterno sono ben sfruttate per dare intensità e atmosfera, ottime ad esempio le inquadrature sulle scale e ovviamente le ben gestite sequenze in esterno con la fata.
Dagatan si dimostra bravo anche nel gestire i tempi, i meccanismi horror sono sì utilizzati, ma non culminano con banali jump scare. La tensione è alimentata grazie ai movimenti di macchina che scandiscono bene le sequenze horror riuscendole a prolungare.
Essendo il suo secondo lungometraggio, chiaramente, qualcosa da perfezionare c'è, alcune scene magari potevano "reggere" di più con inquadrature prolungate specialmente quando viene mostrato l'orrore.
Quando quest'ultimo viene mostrato, come già scritto, non si utilizzano i jump scare ma la violenza è mostrata, c'è molta crudeltà nel film che non va leggero con nessuno, tant'è che ci sarà anche una testa mozzata.
Anche a detta dello stesso regista, ci sono vari rimandi a Del Toro sia per l'elemento della cristianità ma anche per il simbolismo degli insetti.
E' dunque un film sulla perdita i fiducia, sul come la guerra porta via tutto e tutti e proprio sul come causa agonie dove la protagonista Tala vivrà questa fiaba oscura dove anche il sovrannaturale non si rivelerà benevolo come se lo aspettava.
Ligaya, la madre di Alana, è l'elemento più "disturbante" e che crea momenti horror del film, oltre a ciò, è interessante come dopo le sue azioni sputi un uccello morente nero, probabilmente un corvo, a simboleggiare forse una libertà negata oltre che ai rimandi dark.
Il momento culminante del film con il confronto tra Tala e fata magari poteva essere più intenso, ma comunque il finale è narrativamente coerente e le immagini sono sempre ben confezionate, il dettaglio di Tala che avanzando si lascia alle spalle il quadro della famiglia è esemplificativo.
Davvero un buon film che dimostra ancora come non per forza servono i jump scare per dare orrore al film, e che oltre ai meccanismi horror, comunque ben eseguiti e alla buonissima confezione, è un film che ha il suo da dire e comunicare.