Diretto con mestiere da Anthony Waller, Mute Witness mescola gli elementi horror, dello slasher a quelli del thriller riuscendo anche a fare una parodia sul genere.
Sotto quest'aspetto l'inizio del film è eclatante, tramite una soggettiva la macchina da presa si avvicina verso una ragazza, introduzione o comunque dinamica tipica dello slasher, ma nello specifico si sta girando un film e l'attrice che interpreta la vittima in scena esagera nell'interpretazione facendo cadere la scena nel ridicolo, oltre al fatto che, nonostante le lamentele del regista, manca lo splatter quindi da subito si crea questo effetto meta-cinematografico e parodistico sul genere.
Billy, la protagonista, è una ragazza muta che fa parte della troupe che per l'appunto sta girando un horror a Mosca, interessante come dopo l'incipit soprascritto, quando la ragazza si avvicina all'attrice per cercare di sistemare la scena, dall'alto le arriva le luci addosso dei riflettori, chiaro segno di come sarà lei in realtà la protagonista della vicenda, dunque è Billy sotto i riflettori.
Rimanendo sul set la ragazza assisterà ad uno snuff movie da qui i meccanismi horror con Billy che tenta di fuggire dai sicari che hanno girato il video, tali dinamiche funzionano piuttosto bene, la regia da i giusti tempi di attesa, sa far coesistere nella stessa inquadratura la vittima della scena, Bllly, con l'inseguitore creando dunque tensione anche tramite un buon utilizzo degli spazi, buone le scene sul corridoio, bello il momento in cui il corridoio si distorce e le dinamiche di fuga che si innescano.
Meno buoni invece, specialmente in ottica contemporanea, alcuni rallenti sui primi piani, specialmente quelli della vittima dello snuff movie che risultano un po' di “lana grossa” e non invecchiati bene,
La fotografia , da quando Billy rimane sul set, vira sul grigio a testimoniare la virata più cupa della situazione.
Nel film successivamente si instaurano le dinamiche da thriller con indagini della polizia per catturare i sicari e il boss, the Reaper, il mandante degli snuff che guadagna con tali video, the Reaper vuole far fuori i testimoni, cioè Billy, ed ottenere la registrazione del video.
Buone a livello di messa in scena le sequenze in notturna, la fuga con inseguimento con Billy e il poliziotto Larsen, anche se sotto un altro aspetto, questa svolta più “action” e dinamica un po' toglie all'atmosfera prettamente da horror, anche se comunque la regia di Waller è di mestiere quindi non gira male questi momenti.
Il film sa anche non prendersi sul serio, l'elemento parodia non cessa e tramite il regista(non Waller ma il regista dello slasher all'interno della narrazione) insieme anche alla sua ragazza, che è la sorella di Billy, crea momenti comedy come quello nella stanza di Billy durante gli assalti dei sicari e il vicino di casa che si lamenta sentendo i rumori.
Nel finale vince il cinema, l'elemento meta-cinematografico, la finzione sarà cardine dove il film mostra anche scene di sangue, presenti anche nell'arco nel film come quella con protagonista il regista, dove il gioco meta-cinematografico rimane centrale.