Film con toni funerei, il grigio è molto presente così come le tonalità fredde. Enzo è perennemente a contatto con i fantasmi, sia del passato ma anche nel presente dove Ferrari spesso significa morte.
Qui Mann lavora molto bene con i rossi, il rosso non è solo della Ferrari  è un colore presente nel film sia nelle parati ma anche lo scorrere del vino è simbolico, "liscio come il vino" dice Ferrari, il rosso è il colore del sangue e questo lo stesso scorrerà molto nel film.
Il rosso lo troviamo presente anche nel vestito della Madonna nel dipinto della chiesa, sequenza magistrale quella della messa per gli operai, montaggio alternato tra gli astanti in chiesa, i cronometri e le vetture della Maserati che sta battendo il record della Ferrari.
Come sempre nel cinema di Mann il tempo è cruciale, Enzo è in corsa perenne, le sue vetture devono essere sempre le più veloci, ma la sua "lotta" è anche con il tempo passato, il film non a caso inizia con Enzo che corre in bianco e nero.
Il concetto di corsa perenne e velocità è sempre centrale nel film, il verde, gli alberi, sono molto presenti, il verde è il colore del segnale del semaforo, è con il verde che si parte ed Enzo è sempre di corsa, vuole che tutto sia veloce, la sua vettura, i meccanici, i piloti e questa velocità probabilmente causa squilibri nella sua vita privata.
Al cimitero il protagonista parla con i "fantasmi" di famiglia su tutti quello del figlio Dino dove, come da tradizione per Mann, il personaggio si rivela stavolta però non c'è un dialogo come in Heat, Collateral o The Thief ma Enzo si confida sulla tomba del figlio dicendo che ha bisogno di lui.
Quasi sempre Mann narra di personaggi che si rivedono in altri, Heat ne è l'esempio lampante ma anche Insider e lo stesso Blackhat dove addirittura i due personaggi nella scena dell'elicottero parlavano a nome rispettivamente dell'altro, quindi l'unione diventava totale. In Ferrari invece c'è in singolo Enzo il film è su di lui e sui suoi sogni.
Nei riflessi stavolta il personaggio manniano non trova l'altro stesso(cioè l'altro personaggio specchio di lui) ma vede i riflessi delle sue scelte  cosa queste comportano e hanno comportato.
Le scelte sono sempre "dolorose" nel cinema di Mann, la voglia di voler essere sempre il più veloce provoca morte e ovviamente, da must manniano, le scelte hanno effetti nel privato e nella vita familiare.
La Cruz di fatto titaneggia e sfoggia un'interpretazione ottima, i suoi primi piani sono magnifici, l'inizio con la scena della pistola è bellissima, Laura è una donna forte più forte di Enzo così come l'altra sua donna Lina, anch'essa sa cosa vuole mentre il personaggio di Driver cerca sempre di rimandare.
Di fatto lo stesso Enzo è tratteggiato quasi come un fantasma, capelli brizzolati, l'abito grigio vanno quasi a richiamare Vincent in Collateral però, a differenza del personaggio di Cruise, Enzo ha spesso il gilet giallo, dunque colore, il giallo è il colore della macchina giocattolo con la quale Laura comprende che Enzo ha l'amante, il giallo, volendo astrarre potrebbe anche rimandare ai capelli di Lina, se non biondi sono castano chiari.
La camera a mano destabilizzante che segue il personaggio della Cruz una volta scoperta la vicenda è ottima.
Come ogni protagonista manniano che si rispetti anche qui Enzo è un personaggio che guarda e che vede, guarda dalle finestre proiettando i suoi sogni in un film dove gli orizzonti di distorcono, grandiosa la scena nella mille miglia dove Portago, pilota della Ferrari vede l'orizzonte allungarsi, di fatto gli si chiude e quel rallenty a sospendere per un attimo il tempo fa comprendere ciò che accadrà.
Oltre alle sequenze citate è impossibile non soffermarsi in quella del teatro dove Enzo rivede il suo passato, il teatro ha toni blu cupi mentre il momento "onirico" ha tonalità caldissime perchè Enzo rivive i momenti gioiosi della famiglia, suo figlio e di fatto si richiama molto al momento onirico in Insider del personaggio di Crowe nella scena del quadro.
Ma anche la sequenza delle morti è ottima.
Nel terzo atto c'è la notte, Enzo è attaccato da tutti ha bisogno del dialogo con Laura e nel finale i fiori gialli del figlio Pietro al cimitero ridanno colore
Su Pietro è ottima la scena di lui rannicchiato a nascondersi inquadrato a metà che rappresenta il dubbio se essere Pietro Ferrari, come lui e la madre vorrebbero, o Pietro Lardi.
Il film ha dunque momenti visivi grandiosi, non si capisce perchè da molte parti si legge di film da fiction, Mann è interessato al singolo personaggio perciò non è un film "di corse" siamo lontani da Ford vs Ferrari.
Forse il fatto che sia un film comunque con un ritmo cadenzato e che non sia un film "glorioso" sul personaggio, o che ne esalti un momento "vincente" della vita lo ha fatto apprezzare poco ma Mann non da mai vittorie piene e facili ai personaggi.
Volendo, si poteva dare più sguardo e importanza ai piloti, alcuni momenti di vita privata potevano essere più "insistiti" ma stavolta l'interessa di Mann è per Enzo.
Gran film.