Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Evie

(Film, 2021)

Horror slow-burn che parla di solitudine e rapporti familiari difficili.

La messa in scena non è sempre al meglio, sì, la fotografia per la maggiore è abbastanza solida ma ci sono momenti in cui si nota un po' di ' “grezzo” nel film e alcuni passaggi non hanno troppo una resa cinematografica. Ad esempio, la scena al ristorante, i suoi interni non sono troppo convincenti.

Il film inizia tratteggiando l'infanzia di Evie, etichettata come “freak” dalle compagne di scuola per cui avrà anche una reazione violenta, dunque il rapporto complicato con i genitori e il fratello.

La regia del due Dominic Brunt e Jamie Lundy mostra come Evie si allontani spesso dalla famiglia, esce dalla chiesa, si isola anche durante l'uscita scolastica, quindi sì, il concetto di solitudine è messo in primo piano.

Già da subito si nota una sagoma sulla roccia, i fiori lasciati su una tomba dell'800, si piazzano insomma degli indizi.

Nel proseguo del film verrà mostrato la vita adulta del film, ancora sola, ha un lavoro in ufficio di assicurazioni e di fatto il punto di rottura sarà quando il fratello si rifarà vedere, riportando il passato, i flashback, cioè che è davvero accaduto ai genitori.

Il film mostra l'horror, l'elemento sovrannaturale nel finale, e va anche bene visto che è uno slow burn, però il problema è che durante il film si avverte troppo poco la tensione, si poteva giocare maggiormente con delle figure, dei simboli, delle sagome come all'inizio.

Anche la messa in scena non sempre perfetta non regge spesso i ritmi del film, gli slow burn molto spesso funzionano proprio per le atmosfere create dunque sotto l'aspetto visivo, che qui in alcuni casi qualcosina si riesce a creare ma nella sua interezza si nota una mancanza di mezzi e dunque di forza, potenza visiva.

Sì, i flash del padre nella vasca insanguinata, l'episodio sulla spiaggia servono per alimentare il mistero, su cosa sia davvero accaduto.

Di tanto in tanto, per fortuna molto di rado, il film utilizza qualche jump scare per tenere “alta” l'attenzione, ci sono anche scene più di attesa, certo non con tempi e movimenti di macchina prolungati ma comunque da segnalare, nel terzo atto invece alcuni momenti come ad esempio l'esito del prete potevano essere gestiti meglio, ma in generale proprio le reazioni dei personaggi.

Il momento sovrannaturale nel finale, la sagoma vista all'inizio che svela l'identità è tutto sommato anche carino anche perchè l'elemento sovrannaturale è sempre apprezzabile e di fatto mostra come Evie non sia “sola” ma forse non compresa da questo mondo perchè la sua amicizia non è umana.

E' un film con pochi mezzi e con registi alle prime armi, si nota, non è totalmente brutto, come scritto ci sono anche momenti “solidi” però per film del genere la potenza visiva, le atmosfere sono tutto e qui a tratti latitano, serviva più forza.