Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

El Sur

(Film, 1983)

Erice dirige e dipinge un film che parla di voglia di evasione, di solitudine di felicità sperate e negate, di rapporti familiari difficili intrisi di silenzio.
La piccola Estrella, all'inizio, ha una fascinazione verso il padre Augustin ma col crescere con lo scoprire le verità sul padre tale rapporto andrà sempre più ad incrinarsi.
Il pendolo del padre, elemento volendo spiritico che ritorna nel cinema di Erice, raffigurare un parlare sia con i morti ma anche a distanza.
Augustin vive con dei rimorsi, come ne Lo spirito dell'alveare, anche in El Sur la famiglia non è tratteggiata in modo felice, Augustin è ancorato ad un vecchio amore del passato, si richiude nel suo stanzino, esce da solo dunque si isola dalla famiglia.
La sequenza magistrale di Estrella che rimane sotto al letto mentre Augustin da solo con quella luca scura e soffusa avvolto dall'oscurità batte il bastone rimanendo lo stesso in silenzio è fantastica ed emblematica della sua figura, del suo silenzio, del non esserci.
Augustin è un personaggio che non racconta, non parla con la moglie ne con Estrella se non nel dialogo finale dove comunque negherà diversi aspetti della sua vita.
Il gabbiano, la bici, la stessa moto di Augustin raffigurano una voglia di libertà, appunto di evasione dalla realtà.
Estrella vuole crescere in fretta per andarsene, i carrelli, le inquadrature magnifiche nel viale alberato nel susseguirsi delle stagioni danno senso di inesorabilità.
Il riflettersi, lo specchiarsi, Estrella che guarda la vetrina del negozio di fotografie come a sognare un'altra vita e dove vede la sua foto mentre ride.
Risata che nel film non c'è praticamente mai.
Come nel precedente film anche stavolta il franchismo ha la sua rilevanza, di fatto il padre e la famiglia sono spaccate per le differenze di vedute e Augustin li è rimasto nel suo passato.
La regia di Erice dipinge inquadrature grandiose, la sequenza bellissima della comunione ma in generale è tutta la fotografia e messa in scena ad essere esemplare; tra i tanti momenti che si potrebbero citare, le scene di Augustin ed Estrella con il pendolo sono altamente atmosferiche.
Impossibile inoltre non segnalare le numerose dissolvenze a nero che era già presenti nel precedente film del regista.
Il finale porta tutto a compimento, dapprima il dialogo tra Estrella e Augustin dove quest'ultimo rimane solo con un'inquadratura d'effetto.
Da evidenziare come questo dialogo avviene durante un matrimonio, elemento ricorrente nel film, matrimonio visto a distanza in quanto i due non sono nella stanza della festa come a negare questa possibilità ad Estrella.
Successivamente tutti i simboli che tornano, il gabbiano, la bici, la valigia e quel pendolo, elemento tanto caro ad Augustin, finalmente la partenza e forse l'inizio di una nuova vita per Estrella.