Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Dark Touch

(Film, 2013)

Horror cupo e oscuro sulla tematica dell'abuso minorile, Marina de Van, già regista del bellissimo Dans ma peau, ha occhio per la messa in scena, sa ben creare momenti tetri e anche forti a livello d'impatto.
La giovane Neve è vittima di abusi e svilupperà poteri telecinetici, in stile Carrie, come arma difensiva che nel proseguo del film diventerà anche distruttrice e di vendetta.
La narrazione del film funziona quando mostra Neve inconsapevole dei suoi poteri, nell'arco del film sì li padroneggerà, ma non è tratteggiata come una novella X-Men, come invece accade nel pessimo remake di Carrie, Marina de Van sa mettere in scena i poteri, il terrore di questi e l'angoscia che prova Eve non trasformando il film un superhero-movie.
La regista mostra spesso la giovane protagonista guardare dalla finestra, lo sguardo è rivolto al di fuori sia per sfuggire dalla triste realtà ma anche alla ricerca di altri nella sua stessa condizione, come accadrà con l'incontro con i due bambini, fratello e sorella.
Scarpe di cuoio, cinture in pelle la vista di questi oggetti provava in Neve delle reazioni perchè sono il ricordo degli atti terribili che suo padre attuava su di lei.
Anche una semplice carezza per Neve ricorda il terrore, perciò lei è schiva, è diffidente e qui il film mostra bene il suo carattere e le sue reazioni.
La sua realtà è distorta per ciò che ha subito, qualsiasi atteggiamento anche se innocuo può essere ricondotto agli abusi e perciò scatenare forti reazioni, i suoi poteri.
Marina de Van proviene dalla frenche extreme horror, dunque ci sono momenti di sangue, arti spezzati, oggetti che perforano i corpi, sì, non della stessa portate dei film della corrente franco-belga sopracitata ma si nota che la regista proviene da li.
Nelle scene di distruzione c'è molta camera a mano per destabilizzare le scene e per mostrare l'azione della mente di Neve, dunque il ritmo risulta scosso, frastornato come è Neve in quei frangenti, anche perchè non conscia dei suoi poteri.
Il rapporto tra Neve e Nat, la donna che deciderà di adottarla, è ben descritto.
Nat sente un forte ronzio all'orecchio che rappresenta le urla Neve dunque un grido d'aiuto però non ascoltato, Nat è la vicina di casa di Neve e famiglia.
I due personaggi femminili sono collegati, Nat he perso suo figlia, è felice di accogliere Neve in casa e comunque nonostante i problemi cerca di difenderla, mentre il marito Lucas è più restio.
Momento significativo è quando Neve si accovaccia tra il grembo dell'assistente sociale incinta insieme al rispettivo compagno, un segnale di un possibile risvolto positivo della vicenda di Neve.
L'oscurità però prenderà il sopravvento, saranno diverse le azioni, anche se non volontarie o fatte con intenti cattivi, che metteranno Neve nella condizione di attuare la sua vendetta ormai consapevole dei suoi poteri.
Il film è stato rigettato da molti e non è stato un successo, il lavoro di Marina de Van è invece buono anche se è vero che qualcosa poteva essere meglio gestita.
Per la portata che ha l'assistente sociale poteva avere un ruolo più centrale e volendo si comprende poco il perchè i due bambini, fratello e sorella, che comunque vanno a scuola ed hanno segni di abuso non sono controllati, non si interviene per la loro condizione di cui invece si occuperà Neve a suo "modo".
Anche il finale forse poteva avere più respiro, Lucas ad esempio arriva troppo velocemente tra un'inquadratura e l'altra e volendo il ricongiungimento con i due bambini poteva essere più contestualizzato.
Ciò detto, la descrizione di Neve è molto buona, il suo percorso, come reagisce agli oggetti, alle persone, al tono di voce e i toni dark che Marina de Van infonde al film funzionano benissimo.
La scena del crollo della scuola ha un'impatto fortissimo, la devastazione della casa iniziale della famiglia di Neve, il momento del corridoio che di distorce su sfondo verde è un momento surreale convincente così come tante altre inquadrature, ad esempio quella dei bambini in divisa grigia, ancora una volta toni sempre scuri, raggruppati che fissano Neve.
Il finale è lo stesso impattante, la vasca da bagno col sangue, la riunione a cena  a tavola con il fuoco, c'è atmosfera e l'inquadratura fulciana con Neve che piange sangue è ottima.
Film immeritatamente passato troppo in sordina e criticato oltremodo ben aldilà dei suoi difetti che merita invece una riscoperta.