Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Birth - Io sono Sean

(Film, 2004)

Glazer dirige un film sull'ipocrisia e sul disfacimento della famiglia borghese. 
Nella prima prolungata sequenza tra la neve la macchina da presa segue Sean, il marito di Anna, tra la neve che muore all'improvviso; Glazer stacca con l'inquadratura di un neonato e da qui pone le basi per la reincarnazione.
Come nel precedente film Sexy Beast, anche in Birth l'ingresso in scena di un personaggio estraneo alla famiglia sarà il punto di svolta nel film.
In questo caso è proprio il bambino di nome Sean a minare la base familiare, la nuova vita di Anna con il futuro marito Johseph.

Sean dice di essere il marito di Anna e da qui il film gioca se questo fatto possa davvero essere reale o meno, dunque le reazioni dei personaggi, la famiglia che entra in crisi e chi di fatto mostra come Anna sia ancora attaccata al suo defunto marito e che forse in realtà non ama Johseph ma forse è con lui solo per il suo status, per la ricchezza.

Di fatto anche la scena del funerale mostra Anna, inquadrata da sola, sconvolta per la morte del marito e Glazer già qui pone un indizio, su quanto Anna pensa ancora a Sean piuttosto che al suo futuro sposo.

Il film però mina anche questo amore, la scoperta dell'amante di Sean farà ancora una volta detonare tutto e di fatto sarà l'evento che farà chiarezza sulla vicenda.
Un film dunque che mostra sentimenti si di amore ma dietro a delle persone che comunque nascondono qualcosa.

L'estetica, la forma del film è molto elegante, c'è un ottimo utilizzo specialmente del colore verde che quando si mescola con l'atmosfera cupa, con i toni scuri, riesce a dare inquietudine e la sensazione di ansia di Anna.
Quest'ultima infatti crede al bambino, crede che sia davvero suo marito e Glazer tramite primi piani prolungati, molto evidente quello a teatro riesce a far capire le sensazioni del personaggio di Anna.

La risoluzione del mistero però non risulta all'altezza della costruzione del film, magari si sarebbe potuto giocare meglio tra visioni, suggestioni dei personaggi invece quando il mistero viene svelato di fatto la sceneggiatura mostra alcune falle.

Rimane comunque un film che tratta del disfacimento, della falsità della famiglia borghese modello, anche il finale durante il matrimonio è esemplificativo, ancora una volta Glazer effettua inquadratura prolungata su Anna vestita da sposa che poi fuggirà in spiaggia tra le onde inseguita da Joseph, le voleva credere a Sean e forse vuole tutt'ora credergli o probabilmente non è convinta di questo matrimonio, della vita che avrà con Joseph e la sua famiglia.
Anche la messa in scena è molto curata, i colori quasi sul pastello con appunto i verdi molto presenti che si abbinano perfettamente agli abiti scuri che spesso Anna indosserà nel film.
Peccato appunto per la gestione generale del tutto, il mistero, il gioco reale non reale la sua spiegazione non risulta troppo efficacie e di fatto per come mostrata pone un po' alcuni difettucci di scrittura.
Glazer rimane comunque un regista interessante, Birth è il suo secondo lungometraggio, il suo successivo Under the Skin sarà un ulteriore passo in avanti.