Come molti dei film basati sulle opere di Dick anche Minorty Report ruota intorno al concetto di libero arbitrio e cioè se l’uomo sia davvero artefice del proprio destino o se il nostro percorso esistenziale sia tracciato non consentendoci alcuna deviazione. In questo particolare caso in cui si puniscono le intenzioni più che il reale delitto la scelta si fa davvero ardua. Disquisizioni filosofiche a parte il matrimonio tra uno dei più importanti registi di tutti i tempi e uno dei divi più conosciuti di Hollywood, a mio parere, è parzialmente riuscito. Ottime le scene di azione e il tocco di malinconia che nei film di Spielberg non manca mai, ma il finale piuttosto banale ed edulcorato stona un po’, ottimi i comprimari.