0 e 1. Il male e il bene. L'eterna lotta che si consuma negli esseri umani. Spade laser, astronavi, buchi neri...
Presentato in questo modo, sembra il classico film di fantascienza d'azione. In realtà l'intenzione di Dumont ("L'età inquieta", "France"), che oltre a firmare la regia è anche sceneggiatore (naturalmente), è di indagare l'interiorità umana. Più che la lotta, predilige soffermarsi sui punti in comune tra i personaggi, che prendono parte all'incarnazione, e che quindi sono soggetti alla fragilità, ai vizi e alle virtù, che si avvicendano continuamente nell'animo delle persone. E così chi rappresenta il bene cede alle tentazioni, chi incarna il male non riesce a farlo fino in fondo. Curioso infatti che siano i buoni che uccidono i cattivi e non viceversa.
Peccato però che i personaggi finiscano spesso per essere le caricature di loro stessi, con Brandon Vlieghe e Anamaria Vartolomei, comunque, convincenti "baluardi" delle rispettive fazioni. Anche gli effetti non sono poi così "speciali", e non per mancanza di fondi, quanto sempre per non volersi prendere troppo sul serio. Quasi non si volesse appunto calcare troppo la mano sulla fantascienza.
Eppure i migliori film di sci-fi non parlano di tematiche lontane, ma di come l'uomo reagisce alle sfide e trova soluzioni universali a problemi nuovi.