Dieci anni dopo Mondovino, la sua analisi sulla produzione vinicola sempre più standardizzata in Francia, l'enologo Jonathan Nossiter riprende il filo e mostra cosa significa essere radicati nel terreno su cui si lavora. Durante le passeggiate tra i vigneti e gli incontri rilassati con un gruppo di viticoltori italiani alternativi, scambia esperienze e argomenti. Quello che sembra un paradiso bucolico, dove persone intelligenti producono vino secondo metodi antichi e biologici, si rivela in realtà un campo di battaglia. L'associazione DOC, che dovrebbe tutelare gli interessi dei viticoltori indipendenti, promuove i viticoltori che producono grandi quantità con una qualità standardizzata; e l'industria agricola con le sue norme igieniche esclude i metodi tradizionali di produzione. L’unica cosa che salva il paesaggio dalla distruzione totale sono i ricchi stranieri che utilizzano i vecchi vigneti come case per le vacanze estive.