Parthenope

Film - 2024
6,9
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Parthenope è un film con Celeste Dalla Porta, Stefania Sandrelli, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri Cast completo. Regia di Paolo Sorrentino. Titolo originale Parthenope, durata 136 minuti. Generi Dramma, Fantasy.
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recensioni

Uno spot... per Napoli di  Diego Cineriflessi Diego Cineriflessi
È sempre difficile recensire in modo negativo uno dei film italiani più attesi dell'anno soprattutto se girato dal nostro regista più internazionale, ma cone negare che Parthenope sia un film non riuscito? Lo stile inconfondibile di Sorrentino non si discute, ma questa volta sembra che il lato estetico della pellicola abbia preso la mano in modo esasperante. Sarà l'amore per la sua città, ma quella che in È stata la mano di Dio era un contorno ben integrato qui diventa presenza ingombrante che fatica ad integrarsi con la sceneggiatura. Sceneggiatura che purtroppo sembra girare piuttosto a vuoto in questa vita inconsapevole, in questa giovinezza che non lascia mettere bene a fuoco le cose. La protagonista risulta piuttosto fuorifuoco e alcune scene decisamente posticce e lontane dal resto del film (il bambino di acqua e sale, o il miracolo San Gennaro o il finale con Stefania Sandrelli). La visione diventa così difficoltosa e noiosa e non bastano un paio di ammiccamenti e un po'di scandalo ad innalzare il tutto. Si salvano le figure delle due attrici rivali con Isabella Ferrari eterea e coraggiosa e Luisa Ranieri con la scena più divertente e riuscita del film (davvero vogliamo fingere di non capire a chi assomiglia il suo personaggio?). Passato in Concorso a Cannes, dove ad onor del vero non ha raccolto grandi lodi, Parthenope segna un passo falso per Sorrentino che in alcuni stralci sembra si stia dedicando ad uno spot di Yves Saint Laurent (tra i produttori del film) piuttosto che a un lungometraggio. Aspettiamo riauktati migliori. Leggi tutto
La vita è enorme, ci si perde dappertutto di  Stefano De Rosa Stefano De Rosa
Sorrentino cerca di mostrare, ci invita a "vedere" alla sua maniera (e con il suo manierismo) la complessità dell'animo umano e della sua amata città. Napoli è acqua e sale (come "Tesorone"), è gli occhi neri delle sue ragazze, è la povertà dei suoi vicoli più nascosti, è colta (prof. Marotta), ma al tempo stesso si fa ammaliare da finti miracoli e da effimere illusioni, a volte è decadente (come Greta Cool), la sua bellezza va oltre quella esteriore, sopravvive alle sue ferite (come per Flora Malva), alle terribili "fusioni" della malavita che l'affligge.È un'opera di primi piani, nella prima parte carnale (a tratti mi ha ricordato un film che ho amato molto "Mektoub, My love: Canto Uno"), un inno al voyeurismo...poi la bellezza lascia spazio ai contrasti (il Vesuvio ne è il simbolo più forte e ricorrente) che sono più incisivi proprio perché si vanno a confrontare con tale ammaliante bellezza che lascia senza fiato.Così al Sole subentra la malinconia e allora Cocciante canta "ho previsto che sarei restato solo in casa mia e mi butto sopra il letto e mi abbraccio il tuo cuscino, non ho saputo prevedere...Solo che però adesso io vorrei morire..."La gioventù svanisce, ne rimangono i ricordi e i rimpianti, arriva la vecchiaia, la solitudine.Parthenope stupisce, emoziona e ci ricorda che la “vita è enorme, ci si perde dappertutto”. Esci dalla sala e ti viene voglia di tornare da Lei a immergerti nella passione della sua gente, a salire su una barca di tifosi ebbri di gioia e di amore per la loro squadra e la loro meravigliosa città.https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2024/08/09/1723208817-parthenope.png Leggi tutto
Recensione di  Cinedan Cinedan
SoundtrackDirectionScreenplayCostumesScenographyActingMake-upSpecial effects
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trama

La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

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