Quando un dittatore africano imprigiona suo marito, Shandurai va in esilio in Italia, studiando medicina e occupandosi della casa del signor Kinsky, un eccentrico pianista e compositore inglese. Vive in una stanza del suo palazzo romano. La assedia con fiori, regali e musica, dichiarando con passione che la ama, che andrebbe in Africa con lei, farebbe qualsiasi cosa per lei. "Che ne sai tu dell'Africa?", chiede, poi, angosciata, grida: "Fate uscire mio marito di prigione!" Il resto del film mette in scena le implicazioni di questa scena e lascia a Shandurai una scelta.