Docente di letteratura alla Columbia University di New York, spiritosa, intelligente, bruttina, zitella con una sorella bella che le ruba gli uomini e una madre dal grande passato, sposa un collega matematico che le pone una condizione: matrimonio senza sesso. Al suo 3° film come regista (autoindulgente) e 16° come attrice (ridondante), la Streisand imbocca la strada maestra della commedia sentimentale old-style e new-look, con risvolti psicanalitici made in USA. Recitato fin troppo bene e straripante di battute spiritose, purtroppo s'affloscia nell'ultima, prolissa mezz'ora. Il copione è di Richard LaGravenese e prende spunto da Lo specchio a due facce (1958) di A. Cayatte.