Dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazione.(A. Schopenhauer) Ispirato alla storia vera di Saeed Hanaei, serial killer iraniano noto come Said Hanai.Una serie di omicidi iniziò nel 2000 e finì nel 2001; la zona colpita fu la città sacra di Mashhad, a circa 1000 km da Teheran, sede di un importante santuario sciita, meta di un fiorente pellegrinaggio religioso.Le vittime erano prostitute che il killer prelevava per strada con il suo scooter e portava in casa sua mentre la sua famiglia era assente per la preghiera; le stringeva al collo con il loro foulard strangolandole.Scaricava i corpi ai bordi delle strade o nelle fogne avvolti nel loro chador. La stampa li definì “gli Spider Murders”, in quanto il killer attirava le donne come i ragni con le prede.Hanaei sembrava insospettabile: aveva 39 anni era un semplice operaio edile, molto devoto alla sua religione, sposato con prole.Le prostitute per lui erano “esseri peccaminosi, corrotti moralmente e che corrompevano, uno spreco di sangue” e quindi doveva ripulire la città. La sua era “una crociata personale per amore di Dio e per la tutela della religione”.Il regista ha deciso di raccontare questa storia senza calcare la mano; mentre il vero killer stuprava le donne prima di strangolarle, Abbasi trascura questo feroce particolare: tuttavia non esita ad inquadrare i violenti omicidi, già dalla prima scena del film.Accompagna la finzione con la partecipazione di una giornalista che decide di mettersi sulle tracce dell’omicida, trascurato dalle indagini ufficiali, in quanto vuole mettere a fuoco, riuscendoci perfettamente, la cultura che vige nel paese. Alcuni gruppi fondamentalisti e militanti islamici consideravano infatti il killer come “un eroe che difende la città da una piaga sociale crescente”; anche il figlio Alì, che aveva all’epoca 14Leggi tutto
Ho recuperato questa sera, a distanza di due anni e grazie a Rai play, il film e a caldo volevo condividere l'enorme inquietudine che mi ha trasmesso. Un film necessario ma crudo e, a mio personale avviso, un vero e proprio horror. Io mi sono sentita catapultata praticamente subito in un vero e proprio inferno, abitato praticamente solo da demoni, e la giornalista è stata la mia Virgilio. Io ho letto solo dopo dei fatti reali che sono stati usati per scrivere il film, ma in ogni caso sono, a mio avviso, un pretesto per raccontare una società che mi ha fatto davvero, nella sua interezza, un enorme paura. Ancora angosciata, gli unici sospiri di sollievo l'ho avuti in due punti (SPOILER) : alla non morte di lei, dato che mi ero già arresa al nichilismo e avevo pensato “ora muore pure questa”, e alla effettiva esecuzione, così a sorpresa e catartica.Le ultime scene del film, coi filmini delle interviste della giornalista al figlio del Ragno Santo, mi hanno però risprofondato nell'abisso.Leggi tutto
Ali Abbasi ha 42 anni e ha fatto "solo" 3 lungometraggi.Mi manca il suo primo, Shelley, ho visto il secondo, Border.Ecco, forse memore di quel film sono rimasto un pò spiazzato da Holy Spider, film sì basato su una storia verissima (direi proprio basato più che ispirato) ma che, visto il precedente film, non mi sarei mai aspettato così lineare e secco.Passare da una favola nera con tanto di creature ibride tra umani e troll ad una storia quasi neorealistica dritta come una spada è molto particolare.Di certo posso dire che, se non l'avessi saputo, mai avrei detto che questi due film fossero stati girati dallo stesso regista.Abbasi è iraniano naturalizzato svedese e se nel film precedente ci racconta una storia di lassù, della sua seconda patria (non solo nell'ambientazione, ma anche nelle credenze popolari) adesso torna nella sua terra natia per raccontare la storia di Saaed Hanaei, un serial killer che nei primissimi anni 2000 uccise (almeno) 16 donne - tutte prostitute - in nome di una "pulizia" morale dovuta al suo credo religioso (tra l'altro tutta la vicenda si svolge a Mashhad, città conosciuta proprio per il suo integralismo e luogo di culto).C'è una differenza molto grande e molto particolare con la reale vicenda, ovvero quella che nel film il nostro killer non fa mai sesso con le donne che uccide mentre nella realtà, almeno da quanto ho letto, accadeva spesso.E' molto particolare la scelta di Abbasi perchè scegliendo in un modo (quello reale) o in un altro (quello del film) ci saremmo trovati davanti ad un personaggio profondamente diverso.Se è vero che in entrambi i casi la matrice religiosa e la forma mentis dell'uomo sono la causa principale di tutto, nella vicenda reale trovarsi poi a far sesso con quelle donne "impure" e "sporche" dava a quell'assassinoLeggi tutto
Una giornalista scende nel ventre oscuro della città santa iraniana di Mashhad mentre indaga sugli omicidi seriali di prostitute da parte del cosiddetto "Spider Killer", che crede di ripulire le strade dai peccatori.