Dio è donna e si chiama Petrunya

Film - 2019
7,5
37.3K
Dio è donna e si chiama Petrunya è un film con Zorica Nusheva, Labina Mitevska, Stefan Vujisić, Simeon Damevski, Suad Begovski Cast completo. Regia di Teona Strugar Mitevska. Titolo originale Господ постои, името ѝ е Петрунија, durata 100 minuti. Genere Dramma.

recensioni

Recensione di  Riccardo Simoncini Riccardo Simoncini
Un film vitale e pieno di energia, che partendo da un’oppressiva (ed assurda) tradizione locale giunge ad altissimi picchi di ironia.Nella cittadina macedone di Stip infatti ogni anno viene organizzata una cerimonia religiosa. Chi, secondo la tradizione, riuscirà a raccogliere la croce gettata nel fiume vivrà un anno intero di fortuna e prosperità. Solo che questa apparentemente innocua tradizione prevede che a partecipare siano i soli uomini. Così, quando la corpulenta Petrunya del titolo si getterà in acqua e riuscirà nell’impresa di raccogliere la croce, verranno alla luce una serie di tensioni e conflitti a lungo sopiti, destinati a sconvolgere per sempre l’equilibrio e la normalità di quell’inizialmente impersonale realtà cittadina macedone.Sì, perché quel mondo e quel contesto, prima del gesto “iconico” di Petrunya, è infatti scandito dalla ripetizione continua di azioni quotidiane, vincolate dogmaticamente a convenzioni imprescindibili. Questa, in effetti, l’idea che sta alla base del concetto di tradizione. Un rispetto anche illogico, irrazionale nei confronti di un evento o di un’azione solo in virtù del passato che lo fonda. È sempre stato fatto così, e allora perché cambiare. E allo stesso modo: non si è mai fatto così, perché bisognerebbe farlo ora. Si crede e ci si affida, senza porsi troppe domande, alla lunga storia che fonda la nostra quotidianità.Questa dimensione irrazionale è proprio quella che è stata sfruttata e potenziata tecnicamente da tanto cinema contemporaneo che, in misura diversa, ha riflettuto sul concetto di tradizione. Da Midsommar a The Witch, a più recente Scales, un capolavoro arabo visto alla Mostra del cinema di Venezia di qualche anno fa: il visionario e l’oltre-reale (spesso orrorifico) diventano vie di accesso principali (perché più immediate) per raccontare qualcosa di estremamente irragionevole e spesso inconciliabile.Ma, in questo caso, la regista Teona Strugar Mitevska interpreta variazioni sul tema, ricorrendo ad un’altra sfaccettatura Leggi tutto
Dio è donna e si chiama Petrunya di  Maria Alario Maria Alario
Ripenserò spesso a questo film, ne sono certa, perché la tenerezza che ha suscitato nel mio cuore la protagonista, Petrunya, è smisurata. I suoi occhi dritti verso il futuro (che non c’è), sono quelli di ogni altra ragazza che rischia di essere vittima della “legge degli uomini”, che paralizza l’anima fino a trasformare un corpo – fatto di carne e ossa, di battiti, di desideri - in un manichino. Già, il maledetto sistema della discriminazione! Riusciremo mai a sconfiggerlo? Il film vuole essere un invito a riflettere su questo e prova a farlo con ironia, leggermente. Ma è infinitamente complesso e potente il senso racchiuso in quel piccolo gesto di Petrunya, che suscita così grande clamore nella comunità in cui vive. La narrazione degli eventi, veloce nella prima parte del film, in seguito rallenta permettendo allo spettatore di naufragare nell’animo dei personaggi, in particolar modo della protagonista. È laureata in storia e appassionata di rivoluzione cinese, Petrunya. Ma questo non sembra interessare a nessuno. Solo al padre (forse!), l’unico a non puntare mai il dito contro di lei. La madre? Acerrima nemica (“Non sei mia figlia. Sei una disgrazia!” le urlerà un giorno addosso), proprio come tutte le altre donne che sono state vinte dal sistema dimenticando il diritto di essere felici. Il film mi ha fatto pensare anche al dilagante fenomeno del body shaming (in un colloquio di lavoro viene toccato il fondo sotto tanti punti di vista e in caserma viene definita “vacca schifosa”) e al cannibalismo mediatico, anche se la speranza sottintesa è quella di poter “risvegliare la società” anche attraverso i nuovi strumenti social. Una scena mi ha conquistata più di tutte, quella in cui Petrunya scoppia in un pianto a dirotto, è stremata, e sta per darla vinta al branco di lupi che la circonda, Leggi tutto

trama

Petrunija è laureata in storia, ha 32 anni, vive nella cittadina macedone di Štip e non ha un'occupazione. Rientrando verso casa dopo un colloquio di lavoro andato male, si ferma ad assistere a una cerimonia ortodossa per le strade. Il rituale prevede che il prete getti una piccola croce nel fiume e che gli uomini si precipitino a recuperarla. Petrunija, vicina alla riva, vede che nessuno raggiunge l'oggetto sacro e si tuffa a recuperarlo. Ne nasce una rissa per strapparle la croce di mano e, più tardi, la giovane è portata al posto di polizia per essere interrogata su un gesto che è stato filmato e il video è diventato popolare in internet, attirando l'attenzione della giornalista di una televisione nazionale.

trailer

supporto fisico

DVD e Blu-Ray

Feltrinelli Ibs.it Amazon

Torna su