ScreenplayScenography

"Utama" è un film drammatico diretto da Alejandro Loayza Grisi, fotografo e regista, che aveva già affrontato tematiche ambientali in precedenti lavori. In particolare, ha realizzato una serie di documentari ambientali intitolata "Planeta Bolivia", che gli ha permesso di viaggiare attraverso diverse regioni del paese e osservare direttamente i problemi ambientali affrontati dalle comunità locali. La vicenda di “Utama” è basata sugli stessi temi: ambientata negli altopiani boliviani, a 3500 metri di altitudine, si concentra su Virginio e Sisa, una coppia di anziani che vive una quotidianità ripetitiva e silenziosa in un paesaggio desolato, reso ancora più spietato e arido dalla siccità. Questo film, pur essendo assente dai grandi festival cinematografici europei, ha saputo guadagnarsi prestigio grazie alla sua autenticità e al profondo impatto emotivo che trasmette (vincitore del World Cinema Grand Jury Prize: Dramatic al Sundance 2022)

La narrazione ruota attorno alla routine apparentemente immutabile di don Virginio, che porta i suoi lama a pascolare in una terra sempre più ostile. Ma quando gli animali iniziano a soffrire e morire per mancanza d’acqua, anche il corpo del protagonista manifesta segni di cedimento. La malattia di Virginio diventa così il simbolo di una terra che, sotto il peso del cambiamento climatico, si avvia lentamente verso la propria fine. 

La tensione narrativa cresce con l’arrivo del nipote Clever, che rappresenta il moderno e il progresso, il desiderio di fuga e di nuove opportunità. Il conflitto generazionale tra il giovane e il nonno scorbutico è centrale: da una parte, il nipote guarda al futuro e alla possibilità di una vita diversa lontano dalla terra natia; dall’altra, Virginio è fermamente legato alla sua terra, ai suoi ritmi e ai suoi simboli, come il condor, emblema della dignità e del coraggio, che sceglie la morte quando si sente inutile. 

La regia di Loayza Grisi è valorizzata da una fotografia che cattura l’immensità e la bellezza crudele degli altopiani. Gli spazi vuoti, il cielo implacabile, la polvere e la luce fredda contribuiscono a costruire un’atmosfera sospesa, quasi mistica. "Utama" non è solo un racconto di denuncia ecologica, ma è una storia testarda, per chi ostinatamente vorrebbe che il mondo restasse esattamente così com’è, con i propri valori e le proprie tradizioni. È un film che ci ricorda che dietro ogni cambiamento climatico si nascondono vite reali, che lottano e resistono fino all’ultimo respiro. Un’opera che merita di essere vista, specialmente in occidente e nei grandi paesi in via di sviluppo dove il cambiamento climatico è spesso percepito come una realtà distante o astratta: la sua durezza ci invita alla riflessione, stimolando un senso di responsabilità collettiva e una maggiore consapevolezza delle scelte che tutti noi dobbiamo compiere per preservare il nostro pianeta.