L'atmosfera dei film di Wong Kar-Wai incanta sempre, avvolgendoci in una dimensione atemporale in cui il tempo si dilata e si contrae. In tutta la cinematografia del regista hongkongese ma in modo particolare in Days of Being Wild, gli istanti si fanno eterni, i mesi svaniscono in un battito di ciglia, e ogni minuto diventa indimenticabile. A tal proposito il primo incontro di Yuddy con Su Li-Zhen, la barista interpretata dalla sempre elegante Maggie Cheung, è un piccolo miracolo narrativo, una delle più belle scene di apertura della storia del cinema ("16 aprile 1960, un minuto prima delle 3 del pomeriggio. Per colpa tua, ricorderò quel minuto" ). Come ne In the mood for love su tutto si stende un erotismo latente, fatto di sguardi, di silenzi carichi di tensione e di un'intimità mai completamente esplicitata. A fare da contraltare alla silenziosa Su Li-Zhen è il personaggio di Mimì, interpretato da Carina Lau, che rappresenta una donna in costante movimento, incapace di accettare le dinamiche emotive di Yuddy e le conseguenze di una relazione sempre più tossica. Mimì incarna l’energia contraddittoria: da un lato è appassionata e devota, dall’altro soffre per l’incapacità di accettare la freddezza del suo amante. La performance di Carina Lau è intensa e sfaccettata, portando alla luce l'evoluzione di un personaggio inizialmente frivolo, che con il progredire della narrazione affronta la disillusione e il dolore.
La scenografia è dominata dai toni freddi del verde e del blu, che impregnano la scena di un'intima malinconia luminosa. Le notti sembrano non finire mai, con un senso di urgenza che spinge a vivere ogni secondo come se fosse l'ultimo. La vita si manifesta come un viaggio senza soste, un tema ossessivo che ritorna nel film, simboleggiato dall'uccello senza zampe di cui parla Yuddy, il protagonista. Come quell'uccello, che si posa solo al momento della morte, Yuddy incarna il desiderio incessante di movimento, la ricerca di un significato che sembra sempre sfuggire.
Leslie Cheung, nel ruolo di Yuddy, offre un'interpretazione magnetica: è l'amante romantico e distante, un uomo che seduce e ferisce, incapace di donarsi veramente, dal fascino irresistibile ma segnato da un'ombra di sofferenza.
Wong Kar-Wai ci invita a un ballo struggente e poetico, dove il tempo, le emozioni e i ricordi si fondono in una danza ipnotica. Days of Being Wild non è solo un film: è un’esperienza sensoriale, un sussurro che ci ricorda che la vita è fatta di istanti, fugaci e irripetibili. Ed è forse questo il messaggio più potente del film: viviamo selvaggi, inseguiamo sogni e passioni, anche se sappiamo che il nostro volo, come quello dell'uccello senza zampe, troverà un giorno il suo ultimo approdo.