L’amore è un mostro.
L’amore è inchiostro
Lettere, alfabeto.
Alba: feto.
Vita o eternità?
E l’amore, senza morte, esiste?
Thanateros.
Primavera.
Evan.
«Sei felice?».

Andare. Perdere tutto. La solitudine, il buio, i bar, Hopper, mal di testa. E mesi e mesi e mesi e cosmesi del nemico. Aereo viaggio nulla. Auto paesaggio silenzio lacrima. Niente di niente del tutto. Jimmy LaValle. Mare, altre dimensioni, dimensioni altre. E poi lei.

Lei.
Louise.
Evan e Louise.
Louise e Evan.
Lei e Lui. Qualcosa, ogni cosa.

E poi uno scorpione, un geco, un ragno che ha catturato una mosca. L’amore è un insetto. L’amore è un insetto che piange. Le sue lacrime preziose che contengono il mondo. Lo so. L’ho sempre saputo, l’ho sempre inventato. I musei, la genetica evolutiva. L’amore è una conchiglia del pleistocene. L’oceano scosso dalle fondament’ali: per volare alla radice. Radice quadrata del seno da baciare. Baustelle. La moda del lento scorrere del tempo quando incontri i suoi occhi, e ti innamori e hai fame e vuoi divorarle l’anima. L’amore è un (mi) mostro: ecco, questo sono io. Ho paura di morire da vivere. Gli scogli, gli appuntamenti di sera, un bicchiere di vino, il lavoro nei campi. Vermi, lombrico, cavalletta, bruchi, millepiedi.

«Scrivimi una lettera».

Sorrisi, notte, silenzio, perfezione.

La A di adesso andiamo ad abbracciarci ancora. Una bambina, un secondo, il suo sorriso. La B di baciami bruciami. I tuoi occhi di tutti i colori del mondo. La C di convincersi che convivere con certe convinzioni coronariche crea caos cosmico. Perché sì, è vero, ho paura e quindi la D di dannazione dio deve decisamente darmi delle delucidazioni. Lui e Lei. Si guardano, fanno sesso, fanno l’amore, ma lo fanno per davvero: lo costruiscono. Pezzo dopo pezzo, squama dopo squama, artiglio dopo artiglio. La E di e adesso che facciamo?

Sono un malato interminabile.
Sono affetto da un morbo letale.
Amorevirus.
Contratto al mercato dei sentimenti. Per questo ho paura: senti, menti? Quindi la F di efferate dolcezze che mi pulsano nelle vene, nelle tempie ho eretto un tempio al dio degli amori impossibili, che sono gli unici possibili. «Perché un cuore giace inerte. Rossastro sulla strada. E un gatto se lo mangia». Inciampi in Ciampi e ti innamori. È successo a ogni mostro. Sono nel labirinto. Sono un minotauro, sono Borges, sono una cosa. Lei e Lui. Sono a casa sua, una zuppa per cena, i dinosauri sulle pareti, una mosca nella doccia, una siringa nelle vene, insieme alle efferate dolcezze. La G di giochiamo: Jo, chi amo? Chiamo chi amo, chiaro chi amo. È lei, l’amore mio, buio della mia vita, grata dei miei fuochi. Mio mostro, anima mia. Mo-st-ro. La punta della lingua compie una strage e non lascia superstiti e quindi H e I di Homo Innamoratus: specie in via di estrazione del cuore dal petto, per riporlo nel mio: ascolta come mi batte forte il tuo cuore.

Lei, Lui, Loro.
Si baciano, si cercano, si intrecciano.
Sugli scogli, sulle soglie, sulle spoglie di un passato di duemila anni. Da sempre, per sempre, per un unico minuto di beatitudine, per quella bellezza che salverà il mondo, per i tuoi occhi nel mio sguardo, per le rovine, per i conigli decapitati, per le ragnatele, per le mie squame, per le deformità della mia esistenza.

La L di la luce lieve libera la luna perché è notte e io sono innamorato, sono mostruoso, mastico le pietre sporche del sangue degli scarafaggi suicidi per amore. Mio mostro, anima mia. La punta della lingua continua a compiere stragi. Era Mo, null’altro che Mo, al mattino, in quelle aurore d’orrore quando mi sveglio e tu non ci sei e credo di averti sognata, temo che sei solo un parto della mia mente malata di immaginazione. Era Scarabocchio nei fumetti. Era Dea a scuola di futuro. Era Ye Ye sulla linea sussurrata del suo viso d’oltrespazio. Ma nelle mie mani fu sempre Mostro.

La M di Mostro. E di Miao, Mani, Mattino, Morte, Marinasentisìniente. Esatto, la N di Niente. Oppure la O di Oppure la Oppure di O: ossi di seppia. Poesia.

Sono sempre Lei e Lui, ma insieme.

L’amore è un mostro a due teste. L’amore è un animale da somma: io più te. Dobbiamo arare il campo minato dei sentimenti. Un solco. Un bacio. Un bruco. La voce bagnata del verbo mare. L’amore è trasformazione, cioè mutamento, cioè metafora, cioè un bosco affamato, rumoroso, selva oscura, belve fiere d’essere sul bordo del precipizio del tuo cuore: benvenuto a casa.

«Io sono un mistero anche per me stessa, riesco a capirmi solo a metà. Una mia metà è sconosciuta alla scienza, sono solo un ammasso di biochimica confusa e anche di ormoni impazziti». Sì, proprio un animale da somma. Il cui prodotto fa la differenza. È l’algebra del tenersi per mano, teoria degli insiemi: Lei e Lui.

Solo noi.

Infatti la P di perché possiate proseguire pacificamente premere primo pulsante. La domanda è: vita o eternità? L’amore ha dato la sua risposta. Quel mostro senza pietà. Che fa piangere e disperare. Anche alla O di Ognuno scende una lacrima e diventa la Q di quanta gioia, quanto tempo, quanti sbagli. È la fisica dei quanti giorni ancora dovrò aspettare fermo sulle curve omicide delle tue labbra che amo più di qualsiasi oceano sconfinato. Lei lo lascia. È tutto così confuso, ma una cosa la so (la sa, lo sai): «credo che tu sia la donna della mia vita».

L’amore è un mostro.
Lei è un mostro.
Lo sono anche io. Per altri motivi. Lei è un mostro. L’amore è un mostro. Mi fanno male i pensieri. Non ho niente. Sei cambiata, sei sempre tu. Rinasci e resti uguale ma diversa. Sarà come se non ci fossimo mai conosciuti. Cosa dirà Dirac? Dirà che «la R di regolarmente restano residui, reminiscenze, ricordi resistenti, rumorosi» è la (S di) solita sopraffina soluzione sempre spendibile. No, non posso dimenticarti. Sei nelle pieghe del mio cervello, circoli nel mio sangue. Nessuna può prendere il tuo posto. Esiste un solo mostro. Il resto è un campionario di esistenza che mi scivola addosso. «Hai paura di me?». Il mare nella notte. «Usiamo tutto il tempo che ci è rimasto». E poi? Non lo so. L’amore è un non so a forma di casa, gatti di polvere e quindi Amari, una canzone, l’amore è una moltiplicanzone: mm mmm mm mmm mm, io e te che intoniamo l’universo.

Mostro.

Lei non invecchia, si rigenera, attraversa le epoche, non muore mai, i suoi occhi di colore diverso, il suo cuore di colore del verso «arrendersi alla grande certezza, oscuramente, che un altro essere, fuori di me, molto lontano, mi sta vivendo». Ecco la T del tempo travolgente tutto: trionfi, tombe, tuoni, teorie; timore? Tumore? Tempo trascorso troppo tumultuosamente, tutto tentenna, tutto tritura, tempo testardo, terrorizza tirannosauri triassici, tropi topici, tropici topi, tipi tristi, turisti temerari, tremanti tamerici: tutti tentano, taluni trionfano, tanti tremano terrorizzati. Tempo tremendo, tu Uccidi, Urli, Umili, Violenti, Voli, Vaneggi, Zitto Adesso! Basta Così, Dannata Eternità! Forza, Gioisci Homo Innamoratus! Lasciati Mostrare, Non Opporre Polemici Quesiti Retorici, Solo Tenera Umanità Verso Zanne Affamate. Beato, Canto Di Ele Fanti Giurassici (Habitat Immaginario), Lievitando Metafore Nascenti Opportune Per Questi Respiri Siderali, Tutti Uniti Verso Zero. Ancora. Baciami.

«Scrivimi una lettera». Te le scrivo tutte. Ogni parola, tutte le parole, non mi bastano, ne invento di nuove perché così posso panthadustrobe saturnprince.
L’inesprimibile sulla punta assassina della lingua. Chiaro chi amo. E le mie dita sulla schiena e indovina cosa scrivo. Lei e Lui, ma insieme. Non si può tornare indietro, non più. «E se invece capissi che ti sei innamorata di me?». Allora morirebbe perché inizierebbe a vivere. Duemila anni e mai un amore. Eternità o vita? L’amore è una lunga carezza al demone che urla dentro al cuore. Se lei si innamora di me allora non si trasformerà più. Smetterà di vivere per sempre. Avremo una possibilità. Una vita.

E faremo l’amore, costruiremo una casa, litigheremo, avremo figli, quaderni, cornici, oscenità, pastelli a cera, favole, dolori, notti insonni, sogni, frammenti, scrigni, fiori, costellazioni, sofferenze, applausi, dubbi, atrocità, splendori, tremori, insetti che corrono sulla pelle, momenti di assoluta magia, rimpianti, aghi, cibi precotti, abbracci fatti di mondo, interruzioni, colazioni sotto un ciliegio, pistole puntate alla tempia, versi di poesie assetate di sangue. L’amore è un mostro.

«Parlami ancora della vita di voi mortali».
Nessuno decide di innamorarsi, accade e basta.
«Appena prima di trasformarmi, se dovessi trasformarmi, il mostro sarà il più grande e violento di tutti».

Le mani sono intrecciate.
La testa di Lei è sulle gambe di Lui.
Alle loro spalle c’è il cielo dell’alba.
Lui parla della vita dei mortali, lei ascolta, insieme sognano.
Rumori mostruosi si sentono in sottofondo.
Eccolo, è arrivato: il mostro è qui.
Sono sempre Lui e Lei, ma innamorati
È avvenuto un altro tipo di trasformazione.
Una catastrofe in senso matematico.
Tutto è appena nato. La vita ha inizio.
Prendo l’inchiostro, continuiamo a scrivere la nostra storia.
Alba: feto.
Alfabeto.
Inchiostro.
Qui e ora e altrove e sempre e ancora.
L’amore è un mostro.
Amore mio.


[Mio Blu]


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