Timo Tjahjanto è un conosciuto regista indonesiano autore di film quali “May the Devil take you” (2018), “The night come for us” (2018) e “May the Devil take you too” (2020) pertanto risulta essere specializzato nel genere Horror ma non disdegna affatto il cinema d'Azione.
Al centro, con gli occhiali, Timo Tjahjanto insieme al resto del cast.
Nel 2024 scrive e dirige “The shadow strays” con protagonista l'attrice Aurora Ribero (padre italiano e madre indonesiana) insieme alla co-protagonista, la modella indonesiana Hana Malasan coadiuvate da Kristo Immanuel, imitatore indonesiano e Agra Piliang, altro attore indonesiano.
Il film, che si rivela essere un concentrato d'azione e di sangue di notevole livello qualitativo, segue la vita di “13”, una ragazza non ancora maggiorenne che è stata addestrata, da tanti anni, da una non meglio identificata organizzazione (non governativa) di killer (chiamata “Shadow”) che effettuano missioni in tutte le parti del mondo: si viene informati su quale sia l'obiettivo da eliminare e si procede nel modo che il killer ritiene più vantaggioso per arrivare a compiere la missione.
Ogni membro di questa organizzazione ha una sorta di mentore, di guida che è responsabile dell'addestramento e a cui l'allievo deve rispetto e obbedienza; nel caso l'allievo fallisca una missione, la sua guida viene ritenuta responsabile del fallimento.
Nella missione con cui si apre la pellicola vediamo che uno di questi membri della “Shadow” deve eliminare un boss giapponese insieme a tutti i suoi scagnozzi.
L'obiettivo viene raggiunto ma le voci della vittima fanno scattare tutte le guardie all'interno della stanza.
Gli uomini del boss giungono troppo tardi per salvare il loro capo ma, nonostante ciò, danno la caccia al killer e riescono a stanarlo e ne segue una lotta all'ultimo sangue.
Purtroppo, nello scontro, il killer commette un gravissimo errore uccidendo una ragazza innocente e tale perdita gli fa perdere la concentrazione al punto tale da stare per soccombere definitivamente davanti al capo delle guardia del boss il quale la smaschera e scopre, con sorpresa, che si tratta di una ragazza.
All'improvviso si spengono le luci dell'abitazione e una enigmatica figura spunta dal buio pronta a far fuori tutti i superstiti…
La regia di Tjahjanto convince e appassiona (molte scene fanno venire in mente quelle dirette da Gareth Evans, soprattutto in “The Raid 2”) e il film ha pochissimi momenti di stanca che servono allo spettatore per riprendere fiato.
Più volte il film mi ha fatto tornare in mente l'ottimo action di Lee-Chung-hyun “Ballerina” (2023) , già autore dello strepitoso “The Call” (2020), un film che al confronto appare più sintetico e meno parossistico.
Una pellicola quindi che non si risparmia in combattimenti all'arma bianca, cascate di sangue e contendenti che sembrano non voler morire mai.
Non oso immaginare l'allenamento che avranno sostenuto le due attrici protagoniste per portare a termine il lavoro…
Da vedere assolutamente, uno dei must dell'anno.